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CARTOLINA DALLE MARCHE PUNTATA N° 7 9^ EDIZIONE
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“Cari amici, oggi parliamo di San Serafino da Montegranàro. Il Santo nacque nel borgo ascolano nel 1540 con il nome di Felice, da famiglia umile, ma molto fedele alla religione cattolica. Già dai tempi in cui era pastorello si manifestò in lui un’immensa fede e devozione al Crocefisso, che lo accompagnò fino alla sua morte. A 18 anni, andò a Tolentino, presso la Chiesa di San Pietro, per chiedere di essere ammesso nel Convento dei Cappuccini. A stento venne preso, come religioso fratello, nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, ma dovette fare il noviziato a Jesi, dove gli imposero il nome di Serafino da Montegranàro. Il frate era dotato di tanta buona volontà, nell’adempimento delle incombenze affidate, cui, purtroppo non corrispose un adeguato giudizio da parte dei superiori i quali, anzi, lo subissavano di rimproveri. Tuttavia, nonostante che fu costretto a girare i vari conventi delle Marche che, ricordiamo, all’epoca non erano ancora una regione unitaria, San Serafino dimostrò grandi doti di pazienza, fortezza, umiltà, cui si accompagnarono una devotissima preghiera con l’inseparabile Crocifisso di ottone, una costante mortificazione della carne, talvolta aggredita da forze maligne e un incredibile numero di prodigi e guarigioni inspiegabili da malattie quali febbri maligne, piaghe, ferite, mal di testa, cecità, sordità, mutezza, gibbosità, claudicazioni, fratture, tumori. In un pellegrinaggio a Loreto, egli riuscì ad attraversare l’impetuoso fiume Potenza senza bagnarsi. Inoltre, a Corinaldo, dopo aver donato ai poveri i frutti dell’orto, subìto un ennesimo rimprovero dai confratelli, confidò nella Provvidenza che il giorno dopo fece trovare l’orto pieno di verdure e frutti bellissimi. Infine, pur non essendo dotato di grande cultura, San Serafino, quando stava a contatto con il popolo, anche come questuante, riusciva sempre ad esprimersi con semplicità di linguaggio trasfondendo teneri sentimenti ed era in grado perfino di comporre liti e risolvere situazioni incresciose. Quanto bastò per godere sempre dell’affetto e della comprensione di tutti i fedeli, ricchi e poveri. Dal 1590 risiedette definitivamente ad Ascoli Piceno, dove morì il 12 ottobre 1604 e dove oggi sono conservati i suoi resti. Si narra che quando spirò, la voce del popolo e dei fanciulli che divulgava la notizia della sua morte giunse fino alle orecchie di Papa Paolo V, il quale autorizzò all’accansione di una lampada votiva davanti alla sua tomba. San Serafino venne proclamato santo il 16 luglio 1767 da Papa Clemente XIII, con rito solenne, nella basilica vaticana. La figura del Santo è molto amata anche nei nostri giorni, non solo per l’attualità del messaggio e per la sua capacità di fornire risposte alle domande dei fedeli, ma, soprattutto, perché la sua vita presenta molti caratteri simili a quelli di Padre Pio da Pietrelcina, di Santa Caterina da Siena, di Francesco Saverio e di Santa Teresa d’Avila. Nei nostri giorni, in occasione del quarto centenario della morte di San Serafino, sono state allestite due mostre in suo onore. La prima si svolge a Montegranàro, presso l’Oratorio di San Giovanni e comprende il materiale bibliografico e documentario; la seconda ha luogo ad Ascoli Piceno, presso il Polo Culturale Sant’Agostino, dove sono esposte le opere iconografiche di vari secoli, riguardanti la vita del Santo. Le mostre rimarranno aperte fino al 30 gennaio 2005, con orari dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, chiuso il lunedì.
Per quanto riguarda gli appuntamenti, per la stagione di prosa, segnaliamo: a San Lorenzo in Campo, al Teatro Tiberini, i due spettacoli con l’attore Bruno Gambacorta, La posta del cuore, alle 18 e Italiano di seconda mano, alle 21 15; a Civitanova Marche, questa sera e domani sera, alle 21, al Teatro Annibal Caro, Ijodee Dance Company, uno spettacolo di danza moderna; a Osimo, il 19 novembre, al Teatro La Nuova Fenice, alle 21 15, Don Chisciotte, a cura della compagnia del “Balletto di Roma”; a Pesaro, al Teatro Rossini, il 19 e 20 novembre, alle 21 e il 21 novembre alle 17, Il bugiardo, di Carlo Goldoni, per la regia di Glauco Mauri; a Sant’Elpidio a Mare, al Teatro Cicconi, il 20 novembre, alle 21 15, Notturno pirandelliano-La Carriola e L’uomo dal fiore in bocca, due atti unici di Luigi Pirandello, interpretati e diretti da Michele Placido.
-A Pesaro, oggi pomeriggio, alle 17, al Teatro La Piccola Ribalta di Via Tasso n°18, andrà in scena una commedia dialettale pesarese dal titolo A stagh ben da par me, scritta e diretta da Franco Ferri. Sempre a Pesaro, nell’ambito della “Settimana delle Arti”, al Conservatorio Rossini, sabato 20 novembre, alle 10 e alle 15.30, avrà luogo il convegno di studi L'eredità di Rossini. Storia del Conservatorio di Pesaro attraverso i suoi primi direttori: Carlo Pedrotti, Pietro Mascagni, Amilcare Zanella e Riccardo Zandonai. Domenica 21, alle 11, seguirà l’apertura straordinaria del Conservatorio, con visite guidate al Palazzo Olivieri e al “Tempietto Rossiniano”.
-A Fano, al Teatro della Fortuna, sabato 20 novembre, alle 21 15, si inaugurerà la stagione concertistica con la Die Kölner Kammerphilarmonie, diretta da Michael Alexander Willens e con il clarinettista Diego Montes. Verranno eseguite musiche di Mozart.
-Oggi, nel Montefeltro, a Talamello termina la XIX Fiera del formaggio di fossa "Ambra di Talamello". Ad Acqualagna termina la "39esima Fiera del Tartufo Bianco Pregiato".
La Cartolina dalle Marche per oggi termina qui. Vi ricordiamo che potete consultare i nostri testi sul sito www.pro-urbino.it , cliccando su Cartolina. Inoltre, potete scriverci a cartolinadallemarche@virgilio.it . Grazie per la cortese attenzione e a risentirci.
FRANCESCO VENDITTI
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RUBRICA domenica 14 novembre 2004 ore 13 |