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Paolo Volponi e il Novecento
biografia-letteratura-economia-politica

Pubblicazione di
M.L. Ercolani

Saluto
G. Magnanelli
Presenta
S. Giorgini
Discussione
A. De Simone
Discussione
T. Pencarelli
Discussione
T. Busca
Presentazione
M.L. Ercolani
Postilla e Conclusione Dal pubblico
R. Lucarini


Link YTB su Michele Gianotti: 
2022 Volponi Le sfide del Novecento 7/8 Postilla & Conclusione
 

 
Urbino, 15-09-2022 Oratorio San Giovanni Battista e S. Antonio Abate,
in margine alla presentazione del volume di Maria Laura Ercolani:

PAOLO VOLPONI LE SFIDE DEL NOVECENTO
L'industria prima della letteratura
Ed. Franco Angeli, 2019 - Premio Frontino Montefeltro

conferenza sul tema "Paolo Volponi e il Novecento: Biografa, Letteratura, economia e Politica".

Saluto di benvenuto, Giuseppe Magnanelli, Priore della confraternita di San Giuseppe;
presenta, Sergio Giorgini, Presidente Rotary Club Urbino;
 interviene, Antonio De Simone, Commissione Cultura Rotary Club Urbino, Storico della Filosofia, Università di Urbino;
interviene, Tonino Pencarelli, Presidente Commissione Cultura Rotary Club Urbino, Economista, Università di Urbino;
intervengono: Tiziano Busca, Rotary Club Urbino e Riccardo Lucarini, già dipendente della Ditta Olivetti.
 

Due lettere al poeta Ercole Bellucci
(lette da Antonio De Simone nella Postilla)

 

Urbino, 15-VI.85

Caro Ercole,

qualsiasi descrizione di Urbino, anche la più obiettiva e catastale, può valere tutt’al più un’ora o due, il battito di un malumore o lo slancio di una smania.

Urbino non ci appartiene eppure non ci scaccia né ci sfugge. Io faccio una grande fatica a far finta di vivere serenamente in Urbino, come ogni altro buon urbinate. Qui non c’è idillio, né rifugio, né quiete, né silenzio, né società. Qui non si gusta alcuna confortevole bellezza ed è per questo che gli urbinati (quelli non proprio buoni, la maggioranza, residenti o no) la tramutano in presunzione e consumo, dote e parcheggio. Per continuare a voler bene e a vivere in Urbino occorre arrivare a congiungersi, oltre i fili e la rete di qualsiasi descrizione e relazione, con le immagini vaganti, astrali o artistiche, della città; sfidare ogni volta la vertigine dell’aquila di pietra sopra l’abisso della punta dei torricini.

E qui si potrebbe dare inizio a tanti riferimenti con l’aquilone, gli aquiloni, i venti, i torrioni, i piccioni, i colli, i paesaggi, i passeri, i passaggi, etc. etc...

Il tuo Paolo Volponi

 

 

Roma, 19.VI.85

Caro Ercole,

il biglietto che ti ho scritto l’altro giorno da un tavolino di caffè in piazza va letto con giudizio e con qualche temperanza. Spesso, specie durante le ore perse in piazza in Urbino, l’umor nero mi prende la testa e m’amareggia la bocca.

È certo che io voglio bene alla nostra stupenda città e anche alle sue giornate civili e alla sua gente. Spesso però mi pare che tutti noi urbinati, singolarmente e in società, non siamo degni e nemmeno coscienti della bellezza di Urbino e del suo paesaggio e che certo non facciamo tutto quello che ci sarebbe da fare per continuare a farla crescere e progredire.

È di questo proprio che mi pare anche necessario schiarirci i sensi e la coscienza fino in fondo alle volte di Risciolo e discutere senza finzioni né riserve tutti insieme fino a far squillare le volte dei loggiati e dei palazzi.

W Urbino insieme con noi!

Un caro saluto dal tuo Paolo