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INCONTRI AL MANISCALCO Martedì 10 gen 2023

   

TRA SQUADRA E COMPASSO    LA MASSONERIA URBINATE

di MARCO ROCCHI

 

1ª Parte:  Origine e caratteristiche della Massoneria mondiale,  Video (clicca)

2ª Parte:  Descrizione schematica della Massoneria urbinate, qui di seguito
                  (gentilmente fornita dal relatore Marco Rocchi)

 

Origine  Politica e Obbietivi

 

La massoneria urbinate ebbe origine, si sviluppò e fu messa al bando nell’ambito di due generazioni - che possiamo grossolanamente distinguere in:
   1-  Quella post-risorgimentale

   2-  Quella coinvolta nella Grande Guerra e nei prodromi del Fascismo

 

Molte diverse posizioni politiche furono rappresentate tra i membri della Loggia, da quella radicale e repubblicana di ispirazione mazziniana a quella nazionalista e dannunziana, per finire con quella socialista e sindacalista, fino ad annoverare nel piedilista uno dei fondatori del Partito Comunista (1921).

La massoneria non è una religione né una corrente politica. Lascia liberi i suoi affiliati di seguire la religione e la politica che desiderano; proclama la libertà dell'uomo, proscrive ogni discussione politica dalle sue riunioni coltivando solo la dedizione alla patria e la fratellanza universale.

 

L’anno più attendibile della fondazione della massoneria in Urbino è il 1893 con la costituzione della Loggia Victor Hugo. Al pari di tutta la massoneria italiana nel 1925 fu messa al bando dal Fascismo, ma già nel 1943 con la rinascita delle Obbedienze massoniche fu ricostituita la Loggia Victor Hugo urbinate ed è tutt’ora attiva.

Di seguito sono descritte le caratteristiche e l’attività della massoneria urbinate attraverso la presentazione dei suoi più notevoli rappresentanti.

 

 

Vincenzo Runcini (1833-1907)

 

Qualche parola a parte, che ci costringe a un passo indietro nel tempo per ricordare la vicenda umana e politica di Vincenzo Runcini. La sua presenza a Urbino è stata breve, ma significativa di un certo modo di intendere la Fratellanza massonica, che gli dette rifugio e conforto in anni difficili. Letterato, educatore e attivista politico (di posizioni repubblicane e mazziniane), nacque a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, nel 1833. Compì gli studi a L’Aquila, conseguendo prima il diploma di maestro elementare e poi l'abilitazione all’insegnamento superiore per le materie letterarie. Nel 1857 istituì presso la propria abitazione un ginnasio gratuito (che durerà fino al 1867), frequentato da numerosissimi giovani, sia locali che provenienti da altre città. Fiero repubblicano, nel 1860 partecipò come volontario alle ultime fasi della Spedizione dei Mille, distinguendosi per il suo coraggio negli assedi di Capua e Gaeta e meritando il grado di ufficiale. Tornato a Montorio, iniziò a manifestare pubblicamente le sue idee mazziniane e repubblicane. Nel 1862 ottenne la cattedra di maestro elementare a Montorio, ma questo non gli impedì di partecipare, nel 1867, alla spedizione di Garibaldi per la liberazione dì Roma. Negli anni seguenti partecipò a tutte le principali manifestazioni repubblicane: la commemorazione dell’anniversario di Mentana, la manifestazione per la morte di Mazzini, fino al convegno del Partito Repubblicano a Rimini nel 1874, in seguito al quale venne arrestato insieme ad Aurelio Saffi e dovette scontare qualche mese di carcere. I fatti che lo condussero per un breve periodo a Urbino iniziarono nel 1873 con una vertenza con la quale il Ministro dell’interno chiedeva al Consiglio Provinciale Scolastico di licenziare Runcini per le sue idee politiche, cosa che avvenne puntualmente nel 1877. Runcini ricorse, con esito negativo, al Consiglio Scolastico Provinciale e poi, con esito positivo, al re Umberto I. Infine, però, in seguito ad un ricorso del Comune di Montorio, accolto dal re, fu definitivamente licenziato nel 1880.

Costretto a cercare lavoro altrove, svolse l’attività di professore prima ad Assisi, poi ad Ascoli e infine a Urbino, dove trova appoggio presso i Fratelli della Loggia Victor Hugo, nel cui piedilista risulta iscritto.

Nel 1894 si trasferì a Genova, dal che si deduce che la sua frequentazione della Loggia Victor Hugo si limitò al biennio 1893- 1894.

Morì nel 1907 nel capoluogo ligure, ma nel 1913 il suo corpo fu traslato al cimitero di Camerino, ove tuttora riposa.

 

 

Francesco Budassi (1852-1912

 

Tra i personaggi che si distinsero nell’agone politico non si può che partire da Francesco Budassi: democratico, mazziniano, repubblicano, il suo epitaffio nel cimitero di Urbino. Fu avvocato, docente di Storia del Diritto Italiano nel locale Ateneo (poi Preside della facoltà di Giurisprudenza dal 1900 al 1908), Sindaco della città (prima negli anni 1889-1895, poi dal 1903 fino alla morte, sopravvenuta nel 1912), parlamentare della XIX (1895- 1897) e XX (1897-1900) Legislatura del Regno.

Già negli anni ‘70 e ’80 si era distinto in alcune iniziative democratiche: era stato presidente della "Società Democratica di Educazione e Istruzione", poi sciolta il 4 agosto 1874 per ordine del viceprefetto di Urbino; da consigliere comunale, nel 1884 aveva ottenuto la secolarizzazione del ginnasio-liceo, fino ad allora in mano agli Scolopi; insieme a Mario Paterni, nel 1885 aveva fondato e diretto il giornale di ispirazione radicale “La Democrazia - periodico settimanale politico amministrativo della provincia di Pesaro Urbino” che sopravvisse però solo pochi mesi.

Negli anni ’90 provvide a ricostituire il Partito Repubblicano nella provincia di Pesaro e Urbino (1896), e fu uno dei firmatari del manifesto del Partito Repubblicano (1898).

Da parlamentare si rese protagonista di due memorabili interventi a favore di Urbino, uno in cui sollecitava la ripresa dei lavori della tratta ferroviaria Urbino-Sant’Arcangelo - sottolineandone la necessità al fine di rompere l’isolamento geografico nel quale Urbino si trovava - l’altro perorando la causa dell’Università.

Da sindaco, nel 1905 patrocinò insieme a Luigi Falasconi (altro membro della Loggia Victor Hugo e anch’esso in seguito Sindaco della città), la Società dell’industria Femminile, con lo scopo di commerciare in altre città i prodotti dell’artigianato femminile urbinate.

 

 

Angelo Battelli (1862-1916)

 

Sebbene non risulti nei piedilista giunti sino a noi, come già detto ci sono ottimi motivi per ritenere che Angelo Battelli fosse stato iniziato presso la Loggia Victor Hugo prima di trasferirsi nelle Logge Fratellanza Universale, Ettore Socci e Carlo Darwin (tutte all’Oriente di Pisa). Sebbene il suo contributo prevalente – su cui torneremo - sia stato quello in ambito scientifico egli fu anche attivista politico, di chiara fede repubblicana.

Fu eletto in Parlamento nella XXI (1900-1904), nella XXII (1904- 1909), nella XXIII (1909-1913) e nella XXIV (1913-1916) legislatura. Da parlamentare, intervenne in Aula - come già Budassi prima di lui - per ottenere la ripresa dei lavori della tratta ferroviaria Urbino-Sant’Arcangelo; assicurò al progetto uno stanziamento di un milione di lire e l’istituzione di un ufficio tecnico, ma i ritardi burocratici prima e l’inizio della guerra poi, vanificarono i suoi sforzi. Da Consigliere Provinciale fu promotore della costruzione del nuovo teatro di Macerata Feltria, che gli fu poi dedicato alla inaugurazione del 26 settembre 1932. Citare monumento Sassocorvaro

 

 

Giuseppe Grossi

 

Figura minore nell’agone politico, ma importante nella storia della Loggia, è quella di Giuseppe Grossi: avvocato, veniva da una famiglia dell’alta borghesia di Fossombrone, proprietaria di una filanda. Attivista politico, fu esponente della corrente radicale-repubblicana. Nel 1889 partecipò, con la delegazione massonica forsempronese, alla inaugurazione del monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori a Roma, quindi presumibilmente era in quel momento nel piedilista della Loggia Fede all’oriente di Fossombrone.

Primo Maestro Venerabile della Loggia Victor Hugo negli anni 1893 e 1894, ricoprì di nuovo l’incarico nel 1899. Fu uno dei quattro incaricati di ricostituire la Loggia dopo l’abbattimento delle colonne, avvenuto nel 1900.

 

 

Domenico Gasparini

 

Sul fronte socialista, la figura maggiormente di spicco tra quelle della Loggia Victor Hugo fu senza dubbio quella del medico Domenico Gasparini. Nato a Mondavio nel 1863, si laureò in medicina a Bologna nel 1888. Cominciò ad sercitare come medico condotto a Urbino nel 1891, quando sindaco era Francesco Budassi.

Fu iniziato probabilmente nel 1893 nella Loggia Victor Hugo, come si deduce dal fatto che nel 1895 fu eletto Maestro Venerabile della Loggia (il secondo, dopo il biennio di Giuseppe Grossi). Apprezzato come medico per le grandi doti di umanità, si impegno presto in politica e nei sindacati.

Convinto socialista, fu direttore del giornale “L’Aurora” dal 1904 al 1907, quando si dimise per mettere a tacere le accuse - totalmente strumentali - di trascurare il lavoro per svolgere l’attività di giornalista. Non smise tuttavia di tenere conferenze e comizi in tutta la Provincia, sempre incentrati sulle difficoltà economiche (e sanitarie) dei lavoratori.

Nel 1915 fu incarcerato per 6 mesi, per avere partecipato a una manifestazione di operai che chiedevano la riduzione del prezzo del grano e più posti di lavoro.

Nel 1921 partecipò al congresso di Livorno, in seguito al quale aderì al nascente Partito Comunista.

Nell’agosto 1922 la sua abitazione urbinate venne devastata dai fascisti, ed egli fu costretto a fuggire prima a Mercatello sul Metauro e poi a Roma. Catturato, fu mandato al confino, ma venne poi liberato per intervento di un gerarca fascista cui, da medico, aveva salvato la moglie.

 

 

Gennaro Calavalle (1889- 1952)

 

Altra figura di rilievo è stata quella di Gennaro Calavalle. Nato a Urbino da famiglia fermignanese, manifestò prestissimo l’adesione al pensiero mazziniano e aderì giovanissimo al Partito Repubblicano.

Nel 1911 partecipò alla guerra di Libia, facendo parte dell’ 11° Bersaglieri che venne decimato a Sciara-Sciat. Rientrato in Italia, si laureò in giurisprudenza, ma optò poi per la carriera militare, sempre nel corpo dei bersaglieri, arrivando al grado di colonnello.

Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, ove si distinse per atti di valore che gli procurarono due medaglie d’argento, due di bronzo e alcune croci al merito. Il 4 novembre 1918 entrò a Trieste al comando dei suoi bersaglieri. Poi, in seguito alle ben note vicende del trattato di Parigi, fu tra i Legionari fiumani al seguito di Gabriele D’Annunzio. Anche lui si distinse, assumendo il comando di una torpediniera e dirottandola su Fiume. D’Annunzio lo definì “marchigiano di tempra gagliarda”.

Ligio al proprio dovere di militare, durante il Fascismo rimase al proprio posto mantenendo l’incarico che aveva, ma non prese mai la tessera del Partito.

Dopo 1’8 settembre gli venne affidato il comando di una caserma di paracadutisti. Rifiutatosi di consegnarla ai nazisti, venne ferito con un colpo di baionetta alla testa e, dopo una serie di peripezie, riparò a Fermignano. Appena rimesso in forze tornò clandestinamente a Roma e, dopo essersi messo in contatto con la Massoneria inglese, collaborò con le forze alleate contro i nazi-fascisti. Così scrisse ai suoi amici fermignanesi il 30 agosto 1944: “Lascio pensare a voi con quale gioia abbia appreso la liberazione di Fermignano. In alto i cuori. La vittoria finale è molto vicina. La Germania di Hitler e la Repubblica di Salò stanno crollando in modo vertiginoso senza ultima speranza. Era ora. Evviva l’Italia”.

Alla fine della guerra non mancò chi, male interpretando il suo attaccamento alla Patria, lo accusò di simpatie verso fascismo, che egli invece certamente non ebbe. Morì prematuramente nel 1952, e i suoi resti riposano nella cappella di famiglia al Cimitero di Urbino. Sulla lapide campeggia il motto, quanto mai significativo, “Patria e famiglia”.

 

 

La cultura, l’educazione, l’arte e la scienza

 

Dal punto di vista culturale, l’Università e l’Accademia di Belle Arti - ma anche in misura minore il Regio Liceo - fornirono alla Loggia alcuni dei suoi esponenti migliori.

 

Del ruolo che Francesco Budassi ebbe all’università di Urbino, prima come docente e poi come preside della Facoltà di Giurisprudenza, abbiamo già detto. Aggiungiamo qui che nel 1904, da Presidente della Cappella Musicale di Urbino, patrocinò la costituzione della Società Filarmonica, entro la quale venne attivata una scuola di musica.

 

Di Angelo Battelli abbiamo già parlato dal punto di vista politico. Accenniamo qui brevemente ai suoi meriti scientifici. Laureato in Fisica all’università di Torino nel 1884, vinse la cattedra di Fisica sperimentale nel 1889, insegnando prima a Cagliari (1889-1891), poi a Padova (1891-1893) e infine, dal 1893, a Pisa, sua sede definitiva.

Nel 1894 prese la direzione della rivista “Il Nuovo Cimento”, la cui qualità era scaduta notevolmente, e la riportò agli antichi fasti.

Nel 1897 fu tra i fondatori della Società Italiana di Fisica, di cui fu presidente dal 1902 al 1906.

I suoi lavori, per l’elenco dettagliato dei quali si rimanda alla commemorazione dell'allievo (e massone) Augusto Occhialini, furono orientati a studi sull’elettricità medica, sulle proprietà termiche dei vapori, e sulla radioattività.

 

Tornando all’ambito universitario urbinate, ricordiamo Angelo Agrestini (1859-1945). Nato a Spoleto nel 1859, si laureò a Roma prima in Scienze Naturali (nel 1880) e poi in Chimica (nel 1882), perfezionandosi poi a Bologna. Nel 1884 iniziò la carriera accademica, svoltasi tutta nell’ateneo urbinate (fino al pensionamento avvenuto nel 1930), prima come titolare di Chimica farmaceutica, di Chimica generale e di Tossicologia (tenendo anche come incaricato il corso di Bromatologia), poi come Direttore della Scuola di Farmacia, equivalente al ruolo di preside di Facoltà. In un recente saggio si legge: “Direttore della Scuola di Farmacia per oltre quarant’anni (fino al dicembre 1930), se ne può considerare di fatto il simbolo, animatore e strenuo difensore della sua dignità didattica e scientifica nel panorama universitario nazionale”. Il suo impegno di scienziato non fu mai disgiunto dal suo impegno di cittadino: ne sia esempio il discorso inaugurale dell’anno accademico 1893-94 in cui denunciò con forza il degrado igienico delle acque dei pozzi urbinati, sottolineando l’esigenza di un nuovo acquedotto.

Fu probabilmente Maestro Venerabile della Loggia Victor Hugo nel biennio 1908-1909.

 

Nell’ateneo urbinate lavorò anche il fisico Giuseppe Martinetti. Di origini pavesi, dal 1884 al 1897 tenne la cattedra di Fisica, nonché la direzione dei collegati Gabinetto di Fisica e Osservatorio Meteorologico, della Scuola di Farmacia dell’università di Urbino. Fu Maestro Venerabile della Loggia Victor Hugo nel biennio 1896- 1897.

 

Ancora dalla Facoltà di Farmacia dell’Università facciamo menzione di Canzio Ricci (1872-1958). Nato a Macerata Feltria nel 1872, si laureò in Medicina a Roma, per poi intraprendere la professione: fu prima medico condotto a Fossombrone, poi a Fermignano, per diventare infine Direttore dell’ospedale di Urbino. Ottenuta la libera docenza, fu chiamato a ricoprire l’insegnamento di Medicina legale dell’università di Urbino. Fu poi incaricato di Materia medica e di Farmacologia e farmacognosia presso la Scuola (poi Facoltà) di Farmacia. Nel 1924 divenne pro-rettore dell’università di Urbino: diventato in seguito rettore, lo resterà al 1944, quando venne spinto ad abbandonare le cariche che ricopriva (tanto quella di Rettore quanto quella di docente); riottenne comunque nel 1945 l’incarico di Farmacologia, che conservò fino al 1951. Fu sotto il suo Rettorato, e grazie al suo diretto interessamento, che la Scuola di Farmacia di Urbino diventò Facoltà (con R.D.2084 del 27 ottobre 1932). Nel periodo del Fascismo si batté per la difesa dell’università di Urbino come Università Libera, e per la difesa dei suoi Statuti. Morì a Urbino nel 1958.

 

Altra figura di rilievo dell’Ateneo urbinate che figurò - seppure per breve periodo - nel piedilista della Loggia Victor Hugo è quella del linguista e letterato Ernesto Grillo (1877-1946). Poco si sa della infanzia e degli studi di questo personaggio. Si sa però che la sua carriera accademica iniziò come professore di Inglese e Tedesco all’Università di Urbino tra il 1903 e il 1905, periodo nel quale frequentò la Loggia locale. Nel 1905 divenne direttore dell’istituto Anglo-Americano di Firenze, ruolo che ricoprì fino al 1910, quando ottenne il posto di lettore di Italiano all’università di Glasgow. Dal 1911 (fino al 1940) fu a capo del Dipartimento Italiano all’Athenaeum Commercial College di Glasgow. Nel 1925 diventò il primo professore della Cattedra Stevenson di Lingua e Letteratura Italiana all’università di Glasgow, che occupò fino al 1940. Autore di numerosissime pubblicazioni accademiche, nel 1919 prese posizione sulla questione fiumana con la conferenza pubblica: “Fiume: the only possible solution”. Morì nel 1946.

 

Vicenda analoga - nel senso che fu membro della Loggia Victor Hugo nel breve periodo di permanenza urbinate, per motivi di insegnamento - fu quella di Domenico Jollo (1866-1938). Nato a Napoli

Nel 1905 vinse la cattedra di Scultura all’istituto di Belle Arti di Urbino, conservandola fino al 1907. A questo periodo si riferisce la sua presenza in piedilista nella locale Loggia.

Francesco Carnevali così lo ricorda: “un viso acuto, uno sguardo intelligente, una piccola barba biondastra, un sorridere lievemente ironico ... Era claudicante, lo udivamo giungere, piano, da lungi”.

Dopo questa esperienza tornò a Napoli, ma rimase sempre profondamente legato alla città di Urbino.

Basti ricordare che a Urbino lo Jollo era diventato membro del Circolo Barocci (fondato da un altro scultore, Ettore Ximenes), per il quale nel 1913 - dunque quando aveva già fatto ritorno a Napoli - scolpì un busto di Federico Barocci, originariamente situato in una nicchia del corso Garibaldi (di fronte al Circolo) e ora situato in Piazzale Roma, nei pressi del monumento a Raffaello. Ancora nel 1924, a testimonianza dell’immutato legame con la città di Urbino, venne inaugurato il suo busto di Giovanni Pascoli, al Collegio Raffaello.

Citare L’annegata e le statue alla cattedrale di San Gennaro

Morì a Napoli nel 1938.

 

Rimanendo nell’ambito della vita culturale di Urbino, ricordiamo ancora Giacomo Vanzolini, letterato, insegnante, bibliofilo. Fu professore del Regio Liceo di Urbino e, nel biennio 1901-1902, docente di Storia dell’Arte presso l’istituto d’Arte della stessa città.

Nel 1907 fu Maestro Venerabile della Loggia Victor Hugo.

Suoi appunti manoscritti, studi e carteggi, sono conservati alla Biblioteca Oliveriana di Pesaro.

 

Concludiamo questa rassegna con il musicista Augusto Alitti. Nel 1874 firmò, con altri musicisti, la richiesta al Municipio di Urbino di “costituire un Concerto Municipale per decoro del Paese e per amore dell’Arte”. In seguito fu direttore della Banda Municipale della città. Fu autore di alcune partiture bandistiche, tra cui una “Marcia Trionfale” e una “Marcia funebre”.

Quanto alla sua vita massonica, fu uno dei rifondatori della nuova Loggia Victor Hugo, ricostituita con Decreto n. 62 del 1° giugno 1901 (dopo che la prima era stata sciolta nel febbraio 1900).

 

 

L’impegno civile e sociale

 

Iniziamo ricordando la partecipazione di Francesco Budassi - di cui si è già detto come politico e come giurista - e dell’altro membro dalla Loggia Victor Hugo, Aldo Albini (albergo Italia) al Comitato di Beneficenza costituitosi nel 1902 per portare aiuti concreti alle popolazioni bisognose; in breve tempo il Comitato ottenne i finanziamenti e organizzò l’apertura delle Cucine Economiche in Urbino.

 

Una figura di tutto rispetto per quanto riguarda l’impegno nell’ambito civile e sociale è quella di Luigi Falasconi, che si impegnò anche nella vita politica locale, succedendo come sindaco di Urbino a Francesco Budassi, dopo la morte di quest’ultimo nel 1912. Nato a Fermignano, ove gli è intitolata una strada, fu un apprezzato ingegnere: nel 1903 progettò l’acquedotto di Urbino, che venne realizzato di lì a poco.

Nel 1904, in qualità di presidente della Congregazione di Carità, propose e ottenne il trasferimento dell’ospedale da Santa Maria della Misericordia all’ex Convento di Santa Chiara, con grandi vantaggi dal punto di vista igienico; per sua iniziativa, alla dipendenze dell’ospedale vennero anche aperti i Bagni Pubblici.

Enorme fu il suo impegno per rinvigorire le industrie locali, con lo scopo di arginare il massiccio fenomeno dell’emigrazione: come già detto, nel 1905, insieme a Francesco Budassi (allora sindaco), patrocinò la Società dell’industria Femminile.

Nel 1907, per suo interessamento, si costituì la Società della Nuova Filanda “Sanzio”, rinnovando i fasti della più antica attività industriale urbinate.

Nel 1908, dietro sua sollecitazione, venne istituita la prima automobile municipale che doveva servire alla comunicazione con Pesaro.

Nel 1913, da Sindaco di Urbino, curò la risistemazione del Pincio.

Dal punto di vista massonico, nel 1901 fu uno dei rifondatori della nuova Loggia Victor Hugo.

 

Ricordiamo ancora brevemente Arturo Amadei - che fu nel 1913 e 1914 Maestro Venerabile della Loggia Victor Hugo - per il suo ruolo nella storia dello sport urbinate, essendo il fondatore, nel 1904, della società sportiva Robur Tiboni, ancora attiva.

 

Ancora, un ricordo merita il giornalaio di fede repubblicana Filippo Dini, attorno alla cui edicola in piazza, inaugurata nel 1903, erano soliti radunarsi gli urbinati per scambiarsi opinioni. Fu per sua iniziativa che nel 1908 Urbino fu collegata alla rete telefonica nazionale.

 

Una menzione particolare merita infine Renzo De Scrilli (1894-1959) (vedi). Nato a Urbino, compì gli studi universitari a Bologna ove si laureò in Medicina nel 1920. Medico molto stimato - e amato - dagli urbinati, fu anche un apprezzato poeta dialettale. Per dare un’idea della popolarità del personaggio, riportiamo le parole con cui Brunello Bedosti lo tratteggia in un articolo rievocativo di una “Cavalcata storica” tenuta a Urbino nel 1924: “Erano i tempi di Renzo De Senili, il medico degli urbinati universalmente conosciuto per la sua umanità e bonomia. A tempo perso poeta dialettale. Autore, tra l'altro, di quella poesia “Vria di d'la paseqiata” (vedi) rimasta a lungo nella memoria degli urbinati.

 

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