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di Renzo Scopa

RENZO  SCOPA: X° dalla scomparsa
Città di Castello 2007 "La maschera dell'uomo" e altri eventi

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25 marzo 2007
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Ali&no Ed.

Il Sindaco di Città di Castello

Fernanda Cecchini

ha il piacere di invitare la S.V. Sabato 10 marzo alle ore 17 all'inaugurazione della mostra

 

LA MASCHERA DELL'UOMO

DIPINTI E OPERE SU CARTA DAL 1950 AL 1997

Città di Castello  Il Quadrilatero, Palazzo Bufalini - 10-25 marzo 2007

 

Mostra promossa da: Provincia di Perugia, Comune di Città di Castello, Comune di Urbino, Accademia Raffaello

Enti Patrocinatori: Regione Umbria, Comune di Roma, Assessorato alle Politiche culturali, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"

Altri Patrocini: Circolo Tifernate Accademia degli Illuminati, Opera Pia Officina Operaia G.O. Bufalini, Istituto "U. Patrizi"- Istituto Arti Grafiche, Circolo Culturale "Luigi Angelini", Associazione Amici del Festival delle Nazioni, Circolo gli Amici della Piazza

 



Copertina:  Le secret, 1982. Tecnica mista su cartoncino, cm. 70x100.

 

  RENZO  SCOPA

  LA MASCHERA DELL'UOMO

DIPINTI E OPERE SU CARTA

DAL 1950 AL 1997

 

 

Città di Castello

Il Quadrilatero, Palazzo Bufalini

10-25 marzo 200

 

 

Eventi durante la mostra

Domenica 11 marzo ore 17 -  IL VOLO

Recital di Leonora Baldelli  -  "Omaggio a Renzo Scopa" in occasione del decennale della scomparsa dell'artista.

Musiche di Sergei Rachmaninoff, Franz Liszt, Bohuslav Martinu, Darius Milhaud

 

Domenica 25 marzo ore 17 Spettacolo - IO AMO TUTTI I COLORI

Voce recitante Maurizio Perugini - Musiche di Massimo Bartoletti - Testi di Renzo Scopa dal libro IL SEGNO DELLA PAROLA
Prima esecuzione

 

Domenica 25 marzo ore 18 - Presentazione del libro di Renzo Scopa - "IL SEGNO DELLA PAROLA" Edizioni della Meridiana, Firenze  - I diritti di autore andranno a sostegno della Lega del Filo d'Oro

 

Sarà presente Pierluigi Neri Assessore alle Attività Culturali della Provincia di Perugia

 

 

Dai testi critici del catalogo della mostra

 

Floriano De Santi - (...) Scopa è artista dotato di forte qualità incisoria e pittorica, di originale talento e di istintiva rèverìe poetica. E nato a Urbino nel 1933, ha avuto formazione presso la famosa Scuola del Libro; vi ha compiuto esperienze varie di illustrazione, d'incisione calcografica, di disegno dal vero. Si può dire che la storia della sua pittura cominci verso la fine degli anni Cinquanta, con un'esplosione così sincera, ispirata e potente da colmare di opere molto intense, molto varie, entro una poiesis rigorosa, quattro interi decenni, fino alla morte nel 1997 a Città di Castello, dove si era trasferito nel 1958. Fondamento della tavolozza di Scopa è un senso della materia densa come quella di Permeke, opaca come quella di Soutine, quasi fangosa come quella di Varlin, tenera alla pressione, alla incisure, che vi lasciano i segni dell'oggetto. E una materia sgocciolata e segnica come matrice della figura, dell'immagine; sempre controllata però, come una luce in essa sciolta, come se venisse dalle profondità della germinazione e del colore, senza retorica, senza dramma, senza "grido", quindi non espressionista tout court. Ma con una traccia anche di quel lirismo, comune agli esemplari illustri che, nello stesso senso della pittura di materia, l'hanno preceduta (...)

 

Massimo Duranti: (...) Verso la fine degli anni Ottanta, da quando si firma "Scopas", restando misterioso il senso dell'aggiunta della esse finale, ma potrebbe essere l'iniziale che conclude, dunque la fine dell'esperienza; o forse il segno di opere precedenti rivisitate pittoricamente. Ad ogni buon conto, questa Ultima stagione databile circa tra il 1989 e il 1997 anno della morte, è caratterizzata da un ritorno a una figurazione più espressiva, in qualche modo, comunque, ancora congeniale a certe esperienze della Transavanguardia nelle immagini un po' selvagge. Ma non nella loro contestualizzazione drammatizzante fitta di trame, anzi quasi inondate di pioggia, di scolature di colore, grumose e filamentose come il dripping di Pollock: la gestualità dell'Action painting. L'originalità e l'autonomia di Scopa, in questo caso, sta nella prevalente utilizzazione corrosiva di quella tecnica, al fine di cancellare quasi brani di materia che hanno costruito in precedenza le immagini; una sottrazione che vela e rende misteriosa la rappresentazione (...)