Il
Colle dei Cappuccini Così è sempre vivo nel cuore degli urbinati il Colle dei Cappuccini. Almeno una volta all'anno, nell'occasione della storica Passeggiata è stato meta di un viaggio e di una sosta nel fresco dei suoi prati. Il luogo è rimasto sempre caro anche nel sentimento di quanti hanno soggiornato per un periodo in città, come il poeta Giovanni Pascoli: Io vivo altrove, e sento / che sono intorno nate le viole./ Son nate nella selva del convento / dei Cappuccini, tra le morte foglie /che al ceppo delle querce agita il vento . In effetti il Colle esercita un fascino tutto particolare che diventa più intenso soprattutto di sera al tramonto, quando il sole si perde dietro le fughe dei colli del Montefeltro e i cipressi s'impreziosiscono di punte color oro. Tante volte da giovani, insieme alle nostre compagne di studi abbiamo ammirato il tramonto sui Cappuccini dai torrioni d'occidente della città e dal Pincio, e sempre avremmo voluto che quello spettacolo della natura non fosse mai terminato. Ma oggi i torrioni sono sempre avvolti di solitudine, perché nel centro storico pochi sono gli urbinati rimasti e gli studenti ai Cappuccini soggiornano in moderni collegi universitari. Anche i vecchi urbinati, ospiti del Convento se ne vanno per essere trasferiti alla Casa-Albergo e gli urbinati più giovani non potranno più dire scherzando a chi è in età di pensione, che è ora di andare ai Cappuccini. Chissà poi se avrà ancora successo negli anni futuri la storica Passeggiata degli urbinati, ora che la città si è svuotata e che al Colle non ci sono più i nostri vecchi ai quali andava nell'occasione la nostra compagnia e qualche piccolo regalo ? 12 maggio 1996 |