SAGGIO CRITICO
di Luigi
Toccaceli
L'INDISSOLUBILITÀ DEL MOMENTO
NELL'OPERA GRAFICA DI SILVANO SILVANI
Nelle frequentazioni con
Silvano l'alternativa del lavoro si è sempre basata su
scambi rapidi e fuggevoli; consigli, esperienze raccontate
con parole più taciute che dette come accade tra persone che
usano lo stesso linguaggio e a cui ben poco occorre per
capirsi. Dover esprimere quindi una mia impressione sulla
sua mostra antologica, è per me una occasione significativa
perché per la prima volta mi si offre l'opportunità di
considerare tutta la sua opera grafica.

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Le stampe più antiche del
"corpus incisorio" sono realizzate con un tratto verticale a
cui se ne aggiunge uno orizzontale formando un incrocio che
suggerisce porzioni di spazio costruito, delimitato,
bloccato in un ordito il cui processo esecutivo propone zone
tonali accostate che creano una tonalità a macchie, spazi
come tocchi pittorici, effetti questi ottenuti con minime
differenze di morsura dell'acido sulla lastra, Uccello
imbalsamato 1954-55. Altre incisioni sono eseguite con
un tratto orizzontale, a cui nelle zone che suggeriscono
l'ombra si aggiungono dei tratti obliqui da sinistra a
destra che delimitano lo spazio, lo formano concludendolo,
il tutto realizzato con una grafia sottilissima al limite
del pittorico. La luce gioca nei minimi scarti dei segni,
mobili tonalità realizzate con l'aggiunta di tratti
contrapposti ai precedenti. |

Anche se i referenti di questo metodo esecutivo sono la
scuola urbinate dell'incisione (che trova un preesistente
filone collegabile o a Giorgio Morandi o a Luigi Bartolini)
certamente Leonardo Castellani, tra gli insegnanti del
periodo in cui Silvano ha frequentato la scuola, è stato il
primo diretto e sensibile maestro, anche se in questi primi
lavori il rigore esecutivo dei tratti è intimamente alterato
e si delineano quegli elementi segnici che saranno il "modus
operandi" che troverà sviluppo nelle incisioni future. In
seguito infatti il segno si separa dall'ordito composto,
diventando protagonista, si articola in una espressività
singola dove il valore chiaroscurale è giocato tutto sullo
spessore e sulla materia.
Si
fa arido, secco, a tratti inclinato con spazialità regolari,
oppure è interrotto dalla irregolarità quando la mano, nella
foga della espressione, cambia direzione per seguire le
articolazioni del soggetto. |
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Si
creano segmenti che propongono la leggibilità della forma
con una lunghezza imitativa e una specifica ruvidità;
segmenti di diverse lunghezze la cui regolare spazialità si
dilata o si restringe a seconda delle tonalità che devono
suggerire, si evidenzia una espressività fatta con incavi di
spessori diversi carichi di inchiostro con una leggibilità
nitida, a volte umorosa e traboccante, resa con la rimozione
dell'inchiostro nella lastra al momento della stampa. Le
acqueforti di questo periodo descrivono con la propria
durezza una natura abbandonata al sole, cespugli aridi come
palizzate costruiscono spazi e delimitano cose, argini di
fiumi o arse pianure che li contengono,
Pietralata (1954)
Lungo il fiume
(1955-'56).
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In
alcune opere il segno esaspera la propria connotazione e si
frantuma in minimi segmenti o punti. Richiama lo sfaldamento
della materia appena ricomposta nell'indicazione di qualche
elemento anatomico di uccellino morto
{Vittime, 1966 e
Uccellino morto,
1967. |
Questa identità di struttura tra la realtà e il segno che la
descrive, riveste una espressività definita da una tecnica
acquisita e matura, una sapiente capacità di espressione
ottenuta con quella necessaria paziente dedizione al lavoro
che l'acquaforte richiede che poi si modulerà in lavori come
Paesaggio
(1967-'68),
Mezze maniche
(1969),
S.
Antonio al monte
(1969). |
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In seguito, la ponderatezza
che la fatica dell'incisione richiede esercita una
riflessione. La composizione dei soggetti si arricchisce di
piani spaziali, di tonalità più ricche ed accentuate di
differenze chiaroscurali in una ricercatezza di toni che
andrà via via sempre più delineandosi con una ricchezza di
base carica di un processo critico ed esecutivo sincero ed
ortodosso fino alla stampa definitiva; processo integro il
cui valore è inteso come significato culturale. La
freschezza delle scansioni spaziali trova nel tema del
paesaggio e della veduta una sincera motivazione
sentimentale.
Quel quotidiano vivere in una
identificazione fisica partecipe del luogo come elemento
contenente lo stesso vissuto e realtà percepita come
equivalente culturale saranno il filo conduttore di tutta
l'opera di Silvano.
Cardi
('68),
Ponte
('69), Il
balcone
('69),
Casa bianca
(
69) ne sono un esempio.
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Il linguaggio segnico trova
una logica narrazione del sentimento nel visto quotidiano
come mimesi imprescindibile. La comunicazione segue la
percezione visiva nella varietà dei paesaggi, dei punti di
vista e delle diversità della luce. Paesaggi per ogni
momento della giornata, illuminati dalla luce violenta del
sole o sotto caligini invernali grigie ma mai fosche né
presaghe di eventi drammatici. Tonalità legate alla semplice
filiformità del segno inclinato da destra a sinistra che la
modulazione della mano scandisce in spazi con movimenti
regolari. Segno che gioca la comunicazione sia con il
prolungamento del tracciato sia con l'interruzione di esso,
{Paesaggio con pioppi) e il bianco che ne deriva
determina una stasi del ritmo utile alla differnza del tono,
scansione spaziale appena visibile in alcune stampe nella
modulazione della morsura, in altre percepita o valorizzata
da una tenera velatura che l'inchiostro determina nel fondo
o con la rimozione dai segni più evidenti dell'inchiostro
ad alterare la nitidezza del tratto e sbavandolo
pittoricamente, Fiori davanti al quadro (1970),
Zona periferica (1970), Case di paese (1973-74),
Mania dei fiori (1973), Dietro il muro (1973),
Capanna (1973
.Tutte le valenze drammatiche
sono legate a quel gesto veloce che determina il segno
tracciato dalla punta sulla lastra, precipitato a voler
fermare un momento del giorno - quel momento specifico -
con la stessa rapidità con cui quell'attimo fugge. Come se
si volesse trasmettere all'occhio del fruitore un solo
momento. Tutto si deve leggere immediatamente. L'emozione in
un solo istante. Tralasciando la descrizione degli oggetti
Silvano cerca di trasmettere quel momento rifuggendo dalla
narrazione, elemento questo sempre presente nell'opera per
realizzare quel sentimento di immediatezza, Prima del
temporale (1974), Montefranco (1976), Paese
(1976).
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Mai una cosa descritta,
narrata. Tutto è suggerito nel gesto immediato con il segno
che solo con la sua valenza grafica pone i piani, gli spazi
e con essi i contenuti. Per questo l'azione dell'acido sulla
lastra è rapida e violenta. Mantiene l'identica intenzione
con cui è stato tracciato il segno della punta sulla cera
prima dell'acidatura, Fiori con cellophane (1970),
Paese (1976).
L'integrità del tratto rapido
e sfuggente descrive la realtà con la stessa immediatezza
con cui l'occhio ne subisce l'impatto. Ne risulta una
immagine mobile come una inclinazione ventosa. Segni di
identica fattura obliqui scandiscono la superficie, muovono
lo spazio solo con la tonalità ottenuta da minime differenti
morsure. Penombre appena percettibili. A volte il tratto
troppo allungato riduce le differenze creando vibrazioni
minime di luce, sintesi estrema di tonalità, Paesaggio
con pioppi (1), Paesaggio con pioppi (2).
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I piani delle cose che
determinano lo spazio, non raggiungono mai i neri assoluti.
La luce impasta sempre il segno, lo fa vibrare in un lirismo
contemplativo. I tratti che si aggiungono sui precedenti
sono appena obliqui rispetto ai primi, indicano la volontà
di realizzare subito un'ombra per facilitare l'azione
dell'acido sulla lastra e ridurre i tempi della morsura
(morsura piana). L'idea della sfumatura è suggerita dal
tratto intero che lungo il suo percorso esecutivo si
interrompe per terminare con punti. La luce entra così nel
segno e si deposita sulla superficie pulita. Il segno è
quasi un residuo di inchiostro, tratto - lineetta - punto a
cui è delegata l'evocazione della forma (serie di Vedute
di paesaggi) sia la parete di una casa, o l'insieme di
alberi che costituiscono il piano di una veduta. Ogni
elemento ha perso il suo valore plastico-spaziale perché i
segni hanno limiti sfuggenti. La punta scorre da un elemento
all'altro indifferente alla forma protesa a suggerire la
vibrazione della luce che rimbalza da un tono all'altro.
Spazio e tempo perdono la loro qualità nell'annullamento
reciproco. Avviene ciò che l'autore ha sempre cercato: dire
tutto in un momento solo. L'occhio percorre la superficie
della stampa in un solo attimo poiché tutto avviene
nell'immediato. Il sentito il visto e il realizzato sono la
stessa cosa, ogni elemento è lì, vissuto al momento in cui è
proposto. E' come se le opere di Silvano volessero suggerire
un transeunte. Tutto è mobile, ogni elemento è vero nei
tempi della percezione. I segni non raccontano meditate
situazioni e la malinconia non racconta la memoria. Tutto è
nell'immediato. La mente abbraccia il visibile e il
sensibile. L'attimo è completo. Il dramma è sospeso. Si
percepisce una forza evocativa del reale con un mezzo
semplice e sintetico, mono-grafico che traduce il vivere in
spazio mentale. Luce di stagioni suggerite senza personaggi
ad indicare la vita del quotidiano pensata intimamente.
Prof. Luigi Toccacieli
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