Come muoversi per le strade di Urbino.
Al passeggero che salisse a Urbino sospinto dall’ansia frettolosa del ritorno su più piani sentieri o su vie più riposate, seguendo i dettami antigienici del moderno turismo “mordi e fuggi”, si consiglia di astenersi dall’arrampicarsi fin quassù, quasi tra limpidi cieli o tra ariosi capricci di volubili nubi, se non abbia desiderio di sentirsi bucare lo stomaco da un pinnacolo, o non sia punto da vaghezza di partecipare con i propri polmoni all’asperrima battaglia contro l’inconsueta ripidezza di una piòla. L’aerea città di Urbino va visitata, invece, con serena pacatezza, con paziente placidità, al massimo con quella tranquilla speditezza tipica delle nobili cavalcature di un corteggio di dame e cavalieri, i quali affrontavano anche lunghe distanze, ripartendole in viaggi della durata di un giorno: da castello a castello per il ricovero notturno, ma con le prescritte tappe durante il cammino giornaliero in modo da consentire il giusto riposo e ristoro sia agli animali, sia agli uomini, che più tardi non disdegnavano nemmeno il dilettoso svago con liete musiche, piacevoli canti e balli sollazzevoli; tutte amenità che favorivano tante gradevoli piacevolezze e soprattutto una buona digestione specialmente dopo una lauta colazione consumata sull'erba di un prato.
Il centro storico di Urbino, dichiarato patrimonio mondiale dell’Umanità, risale principalmente all’epoca rinascimentale e trattandosi di città collinare, è provvista di strade e di piazze convenienti proprio agli uomini e a nobili o meno nobili cavalcature, ma assolutamente inadeguate alle automobili e agli altri mezzi di trasporto contemporanei, che pure le percorrono, affrontando sempre non pochi disagi per riuscire a trasportare i necessari rifornimenti e a rompere il suo magnifico isolamento. Si tratta di un problema della viabilità risalente addirittura allo stesso Cinquecento, avvertito specialmente extra moenia nei collegamenti con la costa: una faccenda che a tutt’oggi non è stata ancora convenientemente risolta.
Urbino, dunque, va girata camminando, forniti di una mappa, che dev’essere non solo rettamente orientata, bensì anche correttamente interpretata, pensando a una torta a più piani, dove le strade disposte orizzontalmente seguono più o meno fedelmente le curve di livello o isoipse, le quali sono spesso raccordate verticalmente dalle piòle, che appunto compiono lo stesso servizio delle scale a piòli per salire a un livello superiore o discendere a una quota inferiore.