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Urbinati indimenticabili

BRUNO  LUGLI

IL  PARTIGIANO  TRASANNESE  CHE  TENTÓ  DI  UCCIDERE  IL DUCE

 

Articolo pubblicato sul N. 4 marzo 2008 di  "VIVI URBINO" periodico di servizi, informazione e cultura

Distribuito gratuitamente alle famiglie - Dir. Resp. LARA OTTAVIANI:   www.viviurbino.it

 

Tra il fiume Metauro e il Foglia, durante la resistenza, operò con numerose azioni la Brigata Garibaldi Bruno Lugli. La scuola elementare di Calcinelli di Saltara è intestata a Bruno Lugli. Una piazza di Pesaro è dedicata a Bruno Lugli. Ma chi era Bruno Lugli? Un figlio di Urbino, dimenticato da Urbino. Un combattente della libertà caduto in Spagna nel 1937.

Foto anni 1940 in Svizzera

Da sinisstra:  Gugliemo Canevascini, avv. Francesco Blesio, Bruno Lugli, Pietro Nenni e Angelo Tonello

 

Bruno Lugli, è nato a Trasanni di Urbino il 21 luglio 1901 da Lugli Luigi e De Cecchi Antonia. Egli vive la sua prima giovinezza nel clima "eroico" che il partito repubblicano aveva saputo creare.  Allo scoppio della prima guerra mondiale, chiede di andare a combattere, ma data la sua giovane età non gli viene concesso di partire per il fronte, ma appena terminato il conflitto entra nella lotta politica.  Nel 1920 lo troviamo a Pesaro, dove nel frattempo si era trasferita la famiglia, segretario del circolo giovanile repubblicano.  Il 20 gennaio 1920 inizia ad Urbino contro il Lugli un processo per aver guidato l'anno prima l'assalto alla polveriera Angherà di Pesaro, a sostegno della ribellione dei bersaglieri che non volevano partire per l'Albania.  Bruno Lugli era un operaio e non un intellettuale, infatti aveva frequentato le elementari sino alla sesta classe, poi aveva imparato il mestiere di meccanico-elettricista, però amava la lettura, e soprattutto aveva idee molto chiare in politica.  Era un mazziniano fervente ed insofferente alla dittatura.  Nel 1922, per sottrarsi all'asfissiante controllo della polizia si trasferisce a Roma, dove ben presto fa amicizia con i maggiori esponenti del Partito repubblicano, fra cui Randolfo Pacciardi. E proprio da Randolfo Pacciardi si apprende come il nostro cercò di eliminare il Duce, (vedi: "Una bomba per il duce" di Paolo Palma, Ed. Rubettino) ...

1938  Tipico sabato fascista davanti la Scuola Elementare di Trazanni con Figli della Lupa e Piccole Italiane

 

All'avvento della dittatura fascista Lugli era a Pesaro.  Il sillogismo sinistro, niente al di fuori dello Stato, lo Stato sono io, se accoppo te finisce la schiavitù, martellava nel suo spirito inquieto. Che aspetti, piccolo Lugli? Partì da Pesaro per avvicinarsi allo... Stato.  Chi avrebbe mai pensato che quei tre quarti d'uomo con due occhi grandi e dolci e sorridenti come quelli di una bambina, contenessero un'anima tragica di personaggio della Storia?  Lugli era elettricista. Il piano era semplice e ingegnoso. Bisognava occuparsi nella casa di elettricità che forniva l'appartamento di Mussolini, abitante allora al centro di Roma. Lugli riuscì a farsi impiegare. Riuscì un giorno a riparare la luce nella stanza da bagno del dittatore. Il resto sarebbe avvenuto da sé. Lugli che non voleva complici (la sua ditta era, naturalmente, fascistissima) cercava due cose: una bomba a orologeria e due mila lire per raggiungere la frontiera. Perse molto tempo a costruire la bomba e a trovare le due mila lire. Troppo tempo. Il duce aveva cambiato appartamento e Lugli era licenziato...

Scolaresca di Trazanni nell'era fascista

 

Nel 1926 Bruno Lugli entra nel movimento "Giustizia e Libertà" fondato da Carlo Rosselli, movimento che diffonderà anche a Pesaro in occasione dei sui viaggi in questa città.  Per evitare l'imminente arresto, tra agosto e settembre del 1932 espatriava in Svizzera sotto il nome di Conti Luigi, stabilendosi a Lugano nell'abitazione di un famoso socialista, Guglielmo Canevascini, e dove conobbe pure Pietro Nenni e da dove continuò la sua intensa propaganda antifascista.  Per questa sua attività il 2 agosto 1935 fu arrestato dalla polizia elvetica ed espulso.  Riparato in Francia, dove continuò la sua "notevole attività politica in seno al movimento «Giustizia e Libertà».  In quei giorni, Rosselli parlando agli italiani da radio Barcellona dirà: "Noi siamo convinti che da questo sforzo modesto, ma virile, dei volontari italiani troverà alimento domani una possente volontà di riscatto.  È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Spagna.  Oggi qui, domani in Italia (...) Sull'altra sponda del Mediterraneo un nuovo mondo sta nascendo.  È la riscossa antifascista che inizia dall'Occidente.  Dalla Spagna guadagnerà l'Europa.  Arriverà anzitutto in Italia (...) Quanto più presto vincerà la Spagna proletaria, tanto più presto sorgerà per il popolo italiano il tempo della riscossa.  Bruno Lugli parte per la Spagna il 18 agosto 1936, dove con il battaglione Garibaldi si distinguerà per temerarietà e coraggio, finché quasi a un anno dal suo arrivo, dopo aver visto cadere tanti suoi compagni ed amici, e dopo aver evitato per un soffio tante volte la morte, il 16 luglio 1937 a Villanueva del Pardillo, in battaglia incontrerà il martirio. "Questa volta - scrive Pacciardi alla fine del suo libro - anche l'invulnerabile Lugli è colpito. Una scheggia di granata gli ha spezzato la mandibola. Non potendo parlare mi ha scritto col lapis i suoi ultimi pensieri poi è morto".  La sua tomba è nel cimitero di Fuencarral, segnata col numero 326.

Ciano Angelini

 

Scolaresca di Trazanni nell'era fascista