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Urbinati indimenticabili

LIDIANO  BACCHIELLI

Archeologo di Urbino

Bibliografia Bibliografia Hanno detto

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BIOGRAFIA 
fornita dai famigliari

BIOGRAFIA / CURRICULUM
di Margherita Bonanno

 

Bacchielli, Lidiano (Urbino 30 luglio 1947 - Milano 8 giugno 1996).

Secondogenito di Astorre e Maria Romani, Lidiano Bacchielli si laureò all’Università di Urbino con Sandro Stucchi, suo maestro, che lo volle nella Missione archeologica italiana a Cirene.

 

Fu un incontro determinante per la formazione e gli orientamenti scientifici di Bacchielli, volti più in particolare a temi di archeologia cirenaica. Dopo la laurea, ottenne diverse borse di studio (Urbino, presso la cattedra di Topografia antica; Ministero degli affari esteri, Alessandria d’Egitto), quindi fu nominato assistente della cattedra di Archeologia e storia dell’arte greca e romana nell’Università di Roma “La Sapienza”. Presso questa università prestò servizio come docente di seconda fascia fino al 1986, quando entrò in ruolo come Professore ordinario di Archeologia e storia dell’arte greca e romana all’Università di Chieti, dove diresse l’Istituto di archeologia e storia dell’arte antica. Dal 1990 ricoprì questi stessi incarichi all’Università di Urbino e, morto Sandro Stucchi (1991), ne ereditò la direzione della Missione archeologica italiana a Cirene e del Cantiere dell’Arco Severiano a Leptis Magna. Alla memoria del maestro intitolò l’Istituto di archeologia e storia dell’arte antica dell’Ateneo urbinate.

Fu socio corrispondente di prestigiose istituzioni scientifiche, italiane e straniere: Pontificia accademia romana di archeologia, Società italiana per lo studio dell’antichità classica, Deputazione di storia patria per le Marche, Istituto laboratorio di archeologia sismica mediterranea; Society for Lybian Studies, Société nationale des antiquaires de France, Deutsches archäologisches Institut. E fu membro dell’Accademia Raffaello di Urbino; del Centro per le relazioni italo-arabe di Roma; del comitato scientifico delle riviste Quaderni di archeologia della Libia – col ruolo di coordinatore - e Picus, studi e ricerche sulle Marche nell’antichità.

Bacchielli seppe coniugare la propria tensione intellettuale con una spiccata sensibilità umana, che lo rese capace non solo di trasmettere i propri saperi, ma anche di coinvolgere in un confronto costruttivo e dinamico studenti, giovani studiosi, colleghi e personale-tecnico.

 Alcune date:

- laurea nel 1970;
- Ricercatore a Urbino dal 1973  gennaio- dicembre ( Decaduto per chiamata a Roma )
-Assistente a Roma La sapienza (3^ cattedra  Archeologia e Storia greco - romana) dal 1973 al 1981
-Associato sulla stessa cattedra dal 1981 al 1985 quando  vince l'ordinariato
-dal 1990 ad urbino dove conclude la carriera.
 

 

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FONTE: Estratto dai Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia,  volume LXXV 2002-2003 da p. 551 - Tipografia Vaticana (fuori commercio)


Lidiano. Bacchielli (1947-1996),  M. Bonanno Araventinos, Socio Corrispondente.

 

La scomparsa di Lidiano Bacchielli, avvenuta a Milano l'8 giugno del 1996 dopo una rapida, ma violenta malattIa, a poco meno di quarantanove anni, ha segnato una gravissima perdita per gli studi del mondo classico. La sua, pur egli legatissimo alla famiglia, è stata una vita di intenso lavoro e ricerca.

Nato a Urbino il 31 luglio del 1947, dopo gli studi superiori si iscrive alla Facoltà di Lettere dell'Università di quella città e vi si laurea nel 1970, discutendo una tesi su II Portico occidentale dell'Agorà di Cirene. Gli anni di studio nell'ateneo urbinate, caratterizzati dall'incontro con Sandro Stucchi, risulteranno fondamentali per il suo processo formativo e per tutto lo sviluppo della sua vita futura.

Nel 1971 inizia la carriera universitaria presso la medesima Università in qualità di collaboratore didattico della cattedra di Topografia Antica, che era stata istituita da Sandro Stucchi. Nel marzo del 1973 risulta vincitore di una borsa di studio del Ministero degli Affari Esteri per l'Egitto.

Nel novembre dello stesso anno viene nominata assistente presso la II cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana nell'Università di Roma «La Sapienza», dove collabora per lunghi anni con Lucia Guerrini, stabilendo un rapporto di stima reciproca. Dal 1983 in qualità di professore associato ricopre nella stessa Università l'insegnamento di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana.

Dal 1986, in seguito a vincita di concorso, si trasferisce come professore ordinario sulla cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana dell'Università di Chieti, dove assume la carica di Direttore dell'Istituto di Archeologia fino al momento del trasferimento nell'Università degli studi di Urbino. Nell'Ateneo urbinate è titolare dal 1990 della cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana e diviene Direttore dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte Antica, che farà intitolare nel maggio del 1992 al suo maestro, Sandro Stucchi, che ne era stato il fondatore. In tutti gli anni d'insegnamento ha sempre curato il processo formativo dei propri allievi, portando un numero di essi a partecipare alle campagne di scavo a Cirene e sollecitandone altri a trascorrere, grazie a borse di studio, periodi in Grecia presso la Soprintendenza alle antichità preistoriche e classiche di Tebe.

Dal giugno 1991 succede a Sandro Stucchi nella direzione della Missione Archeologica Italiana in Cirenaica e in tale ruolo opererà con passione, competenza ed equilibrio, senza essere mai un capo autoritario per i suoi collaboratori; nel desiderio d'incrementare maggiormente le pubblicazioni relative a questa eccezionale area archeologica, chiamerà anche altri studiosi a partecipare alle ricerche cirenee.

Era socio corrispondente di numerose istituzioni e accademie italiane e straniere: della Society for Libyan Studies di Londra (dal 1987), della Pontificia Accademia Romana di Archeologia (dal 1989), della Società Italiana per lo studio dell'Antichità Classica di Roma (1990), della Société Nationale des Antiquaires de France di Parigi (dal 1991), della Deputazione di Storia Patria per le Marche (e consocio dell'Accademia Raffaello di Urbino), dell'Istituto Archeologico Germanico di Berlino (dal 1993). Dal 1994 era membro del Centro per le Relazioni Italo-Arabe di Roma.

La produzione scientifica di Lidiano Bacchielli inizia nel 1974. La molteplicità dei suoi interessi di ricerca è testimoniata da una serie di numerosi scritti, che spazia nel campo dell'archeologia greca e romana. Frutto di un intenso impegno quotidiano di lavoro sono i 107 titoli di bibliografia, 11 dei quali pubblicati postumi.

Una parte notevole di tali scritti è dedicata alla Cirenaica, alla quale rimase indissolubilmente legato dal 1968, anno in cui, ancora studente dell'Università di Urbino, iniziò, chiamato da Sandro Stucchi, la sua partecipazione alle attività della Missione Archeologica Italiana. Di Cirene e della chora ha studiato monumenti architettonici, scultorei, pittorici, ponendo particolare attenzione ai fenomeni dell'acculturazione delle popolazioni autoctone libiche a problemi storico-politici.

Non posso in questa sede citare partitamente tutti i suoi contributi, ma voglio sottolineare come alla base della sua opera ci fosse una solida e vasta cultura, come in tutti i suoi studi seguisse un metodo di indagine critica che lo portava a ricercare ed utilizzare i più disparati ordini di fonti per una ricostruzione storica, mai settoriale.

Importanti sono la monografia, pubblicata nel 1981, in cui tratta il complesso insieme architettonico della parte settentrionale del lato ovest della vera e propria piazza dell'Agorà di Cirene, la c.d. platea inferiore, e il volume, curato nel 1983 in collaborazione con lo Stucchi, in cui si occupa di una serie di monumenti minori nell'area di confine tra questa piazza e la terrazza più stretta e leggermente rialzata che conclude l'agorà verso sud. Le sue analisi storico-tipologiche non soltanto consolidano le ipotesi ricostruttive avanzate, ma riescono ad inserire i monumenti cirenei in modo convincente nella generale evoluzione dell'architettura greca.

Al Bacchielli si debbono le edizioni di numerose tombe delle necropoli di Cirene, dell'Altalena, delle Cariatidi, di Demetria, del Buon Pastore, dei Ludi funerari, di Thanatos, del veterano Ammonio; tombe scavate nella roccia di cui analizza la struttura architettonica e soprattutto il ricco repertorio di pitture funerarie, databili dall'età ellenistica a quella tardo-antica; la tomba di Batto negli Scritti di antichità in memoria di Sandro Stucchi, opera dedicata al Maestro, che abbiamo curato insieme e che fino agli ultimi giorni, ormai minato dalla malattia inesorabile, mi raccomandava di far pubblicare. Di particolare interesse sono i suoi studi di tombe tardo romane in zona rurale come Beit Ammer e Asgafa E1 Abiar, nelle quali sono trattati il mito classico e l'epica omerica, prodotti di una cultura ancora nutrita dal passato.

In veste di direttore della Missione Archeologica Italiana a Cirene ne ha diretto l'attività di scavo, di restauro e di ricerca, che si è svolta, in collaborazione con il Dipartimento di Antichità della Libia, nella zona monumentale dell'agorà, del Santuario di Apollo e del Tempio di Zeus e nell'area extraurbana. In sondaggi intrapresi nell'agorà nel 1993 sono stati rinvenuti alcuni ostraka non dipinti, ma iscritti, databili all'ultimo ventennio del V secolo a. C.; le iscrizioni, eccetto che per tre casi, menzionano lo stesso personaggio Praxiadas figlio di Zenis. Nel pubblicarli prontamente il Bacchielli ha messo in rilievo come gli ostraka provino la presenza a Cirene dell'istituto dell'ostracismo e come il regime democratico, instauratosi con ogni probabilità nella seconda metà del V secolo a.C., ricalcasse le forme della democrazia ateniese. Nei pressi della terrazza della Myrtousa, dove sorge il tempio di Apollo, ha individuato un'area sacra dedicata alle ninfe ctonie con all'interno frammenti di statuette in terracotta, figure femminili di divinità libiche del mondo agro pastorale e maschili, tra cui Aristeo; nel primo contributo presentato al Colloquio Internazionale sull'Archeologia Cirenaica di Cambridge nel 1993, il Bacchielli ha sottolineato di questo santuario la condizione di struttura sacra di frontiera tra polis e chora, puntualizzata nel lavoro pubblicato postumo nel 2000.

Dal 1991 ha anche proseguito, in collaborazione con il Dipartimento di Antichità della Libia, i lavori per il completamento del restauro dell'Arco Se veriano di Leptis Magna, che era stato intrapreso da Sandro Stucchi, e soltanto la malattia improvvisa gli ha impedito di portare nella città la cupola realizzata in resina. I risultati di tali attività sono stati resi noti dal Bacchielli in alcuni contributi, pubblicati tra il 1991 e il 1995.Numerose sono inoltre le voci dell'Enciclopedia dell'Arte Antica Classica e Orientale e dell'Enciclopedia Archeologica dedicate a siti della Libia redatte dal Bacchielli con grande cura e ricchezza d'informazioni, a cui per molti anni si farà riferimento.  Un diverso filone d'interessi e di ricerca, anch'esso molto fecondo di risultati, ha portato Lidiano Bacchielli ad occuparsi di monumenti della fascia medio-adriatica e particolarmente della sua terra natale, le Marche. In questo ambito vanno annoverati contributi originali e fondamentali, quali lo studio del tempio dedicato a Venere in Ancona; mettendo a frutto le sue ampie e profonde conoscenze di architettura greca, tratta il problema della definizione della pianta del tempio e l'inserisce saldamente nel solco della tradizione greca, datandolo alla fine del IV sec. a. C. Ricordo ancora gli articoli sulla stele urbinate dei Caspertii, sulla necropoli di Ricina, sul foro di Cupra Maritima, sulla Porta di Augusto a Fano e su alcuni rilievi conservati nella collezione Castelli-Baldassini di Pesaro.

I meriti di studioso del Bacchielli sono dunque affidati ad una densa serie di pubblicazioni e alla sua attività di archeologo militante.Nessuno che lo abbia conosciuto può dimenticare la sua generosità, la cordialità, l'umanità che subito suscitavano simpatia: e ciò, se fa più amaro il rimpianto, rende caro e incancellabile il ricordo dell'amico scomparso.

Non sembra ancora possibile a me, che per molti anni ho condiviso giorni di lavoro nell'Università di Roma «La Sapienza», di non doverlo più incontrare, di non potermi più rivolgere a lui quale costante consigliere nei progetti di lavoro. Collega e amico leale ed affettuoso resterà nel ricordo di chi lo ha conosciuto non soltanto come insigne studioso, ma anche per le sue qualità umane di bontà e probità che gli attiravano simpatia.

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