GENNAIO  2008              Giovedì  10  Ore 16.00

 Prof. Alberto  Ferretti
 

FRATE AGOSTINO E L 'ORO DEI MONTI DI CAGLI
 

 La Relazione sopra i minerali delle montagne di Cagli di Frate Agostino da Cagli, è conservata nell' Archivio di Stato di Firenze (ritrovata dall’arch. D. Barbadoro).

È stata scritta da Frate Agostino da Cagli che visse nel convento di S. Agostino in Cagli (attuale Seminario).

In questo convento, il 7 aprile 1568, come segnala il vescovo Paolo Maria della Roverte, erano presenti "P. Geronimo, priore; Frate Agostino; Frate Cristoforo; Frate Deodato; Frate Domenico" (comunicazione orale del prof. S. Orazi).

Il destinatario della lettera non è mai citato, ma potrebbe essere un alto prelato, forse Giulio della Rovere (1534-1578) figlio del Duca Francesco Maria I e di Eleonora Gonzaga.

Giulio della Rovere, fu creato cardinale a soli 13 anni, il 27 luglio 1547, divenne abate commendatario di San Lorenzo in Campo ed aveva in commenda i vescovati di Urbino, Vicenza e Ravenna.

La relazione di Frate Agostino è anteriore alla morte di Bartolomeo Genga, morto a Malta nel 1558, in quanto che questo personaggio è citato da Frate Agostino.

Bartolomeo Genga (Cesena 1516 -Malta 1558) figlio di Girolamo Genga è un noto pittore ed architetto. Lavorò in vari edifici della nostra provincia fra i quali il Palazzo ducale di Urbino, la Chiesa di San Giovanni Battista a Pesaro, S. Pietro di Mondavio e forse il castello Brancaleoni di Piobbico. Andò poi a Malta ove partecipò alla fortificazione della Valletta. Qui morì nel 1558.

Tenuto conto dei riferimenti a Bartolomeo di Genga che era a Malta ed alla annotazione del vescovo Paolo Maria della Rovere si può stabilire la redazione della lettera tra il 1550 ed il 1560.

Nella lettera sono descritte alcune località del Cagliese in cui Frate Agostino dice di aver raccolto minerali attribuibili all'oro, all'argento, al rame. Non tratta i minerali di ferro "perche tutti conoscono le sue miniere".

La lettera è un interessante documento per la conoscenza della vita quotidiana, ma anche della cultura scientifica nella nostra regione.

 

Dr. Geol. Alberto Ferretti

 

Si è laureato in Scienze Geologiche presso l’Università degli Studi di Milano discutendo la tesi sullo strato-tipo del Domeriano. Docente nelle scuole medie e geologo libero professionista, ha continuato nell’Appennino umbro-marchigiano le ricerche iniziate con la tesi pubblicando i suoi primi lavori nella Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia e successivamente in riviste francesi e svizzere con le quali ancora collabora.

Le sue ricerche riguardano in particolare la biostratigrafia ad ammoniti del Giurassico. In due anni accademici ha tenuto corsi brevi sulla paleontologia delle ammoniti presso l’Università degli Studi di Urbino.

È interessato alla storia della geologia nelle Marche cui ha dedicato alcune pubblicazioni tra le quali, ultima, quella su antiche ricerche minerarie di ferro, rame, argento ed oro tra Marche ed Umbria (Editore Paleani – Cagli). Diversi articoli su argomenti delle Scienze della Terra sono stati inoltre dedicati alla divulgazione scientifica.

È stato fra i promotori dei convegni “Fossili, evoluzione ed ambiente” di Pergola; ha curato la realizzazione di pannelli didattici per il Museo dei fossili di Apecchio e la classificazione delle ammoniti della Riserva Naturale Statale del Furlo.