NOVEMBRE  2007              Lunedì  29  Ore 16.00

 Avv. Marcello Fagioli

 

Legalità e sicurezza, uguaglianza e libertà:
la sfida difficile della democrazia italiana.
 

Nel paese c'è una grande esigenza di confrontarsi sui temi della sicurezza e della legalità e su1 "se" questi due termini, sicurezza e "legalità", possano "convivere".

Spesso prevalgono, nella gente comune ed in buona parte del mondo politico,atteggiamenti irrazionali e generalizzazioni. Viene commesso un efferatocrimine ed ecco che molti inneggiano alla repressione, alla cosiddetta tolleranza zero, finanche alla pena di morte.

Su dimentica spesso che la responsabilità penale, per disposizione costituzionale, è personale, quindi non può essere estesa alla categoria e/o etnia della persona che abbia commesso un reato.

La sicurezza è un bene primario, soprattutto per le classi più disagiate che non hanno la possibilità di difendersi adeguatamente dal crimine. Il problema deve però essere affrontato tenendo conto che viviamo in una società democratica, retta da principi costituzionali avanzati, che contemperano i diversi interessi apparentemente in conflitto (garanzie di libertà e repressione del crimine) con

grande equilibrio.

II nostro sistema repressivo è adeguato alla emergenza che viviamo? Io ritengo di sì. L'Italia è un paese che ha un numero infinito di norme repressive, nel codice penale e in molte leggi speciali.

L 'Italia è però, e giustamente, anche un paese che applica le garanzie, che ha un sistema carcerario ben collocato nell'ambito delle finalità rieducative della pena di cui parla l'art 24 della Costituzione.

Le leggi vanno dunque applicate con rigore e nel rispetto dei diritti delle persone. Applicare le leggi tuttavia non basta. E' infatti necessario nel contempo avviare nel paese una diffusa educazione alla legalità che coinvolga in primo luogo le scuole, le famiglie e quindi nuove generazioni.

Un'ultima considerazione. Chi delinque deve essere perseguito, ma guai a credere che ciò possa avvenire nelle piazze. La giustizia è amministrata "In nome del popolo" non dal popolo: chi delinque può essere giudicato solo da un Giudice che, secondo le migliori regole della democrazia è, e deve essere, indipendente ed autonomo dal Governo e dal Parlamento che del popolo è l'espressione.

 

Marcello Fagioli