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"Ama la verità,
mostrati
qual sei, e senza infingimenti
e senza paure e senza riguardi.
E
se la verità ti costa la persecuzione,
e tu accettala;
e
se il tormento, e tu sopportalo.
E se per la verità dovessi
sacrificare te stesso
e la tua vita,
e tu sii forte nel
sacrificio".
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Un
medico santo nostro contemporaneo.
S. Giuseppe Moscati è un
nostro contemporaneo. Di lui possediamo scritti autografi, foto
e testimonianze di persone che hanno lavorato con lui o ne hanno
sperimentato gli interventi. Lo si sente uno di noi, ma subito
si avverte il fascino della sua personalità. E' dotto, saggio,
sensibile, umano Paolo VI il Papa che lo ha beatificato "Chi è
colui che viene proposto oggi all'imitazione e alla venerazione
di tutti?
E' un
laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con
autenticità evangelica...
E' un
Medico, che ha fatto della professione una palestra di
apostolato, una missione di carità...
E' un
Professore d'università, che ha lasciato tra i suoi alunni una
scia di profonda ammirazione...
E' uno
Scienziato d'alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici
di livello internazionale... La sua esistenza è tutta qui..."
Giovanni Paolo II, il Papa che lo ha canonizzato
"L'uomo che da oggi invocheremo come Santo della Chiesa
universale, si presenta a noi come un'attuazione concreta
dell'ideale del cristiano laico. Giuseppe Moscati, medico
Primario ospedaliero, insigne ricercatore, docente universitario
di fisiologia umana e di chimica fisiologica, vìsse i suoi
molteplici compiti con tutto l'impegno e la serietà che
l'esercizio di queste delicate professioni laicali richiede. Da
questo punto di vista il Moscati costituisce un esempio non
soltanto da ammirare, ma da imitare soprattutto da parte degli
operatori sanitari... Egli si pone come esempio anche per chi
non condivide la sua fede".
Giuseppe Moscati nasce a Benevento il 25 luglio 1880. Medico,
ricercatore e docente universitario, è morto a soli 46 anni (il
12 aprile 1927 a Napoli) è stato proclamato santo da Papa
Giovanni Paolo II
nel 1987.

Settimo di nove figli nasce in una famiglia dove il padre
Francesco è magistrato e la madre Rosa De Luca è nobildonna,
prveniente dalla famiglia dei Marchesi di Roseto.
Nel 1884 il padre diventa Consigliere delle Corte d'Appello e
trasferisce la famiglia a Napoli.
Dopo che il fratello Alberto si infortuna seriamente per una
caduta da cavallo durante il servizio militare, è Giuseppe ad
assisterlo. Da questa esperienza famigliare iniziano a maturare
i suoi interessi per la medicina. Finito infatti il liceo, si
iscrisse alla Facoltà di Medicina nel 1897. A causa di una
emorragia cerebrale nello stesso anno il padre muore.
Giuseppe Moscati si laurea a pieni voti con una tesi sull'urogenesi
epatica, il 4 agosto 1903. Dopo poco tenta il concorso per
assistente ordinario e per coadiutore straordinario agli
Ospedali Riuniti degli Incurabili: supera entrambe le prove.
Rimarrà nel nosocomio per cinque anni. Una sua tipica giornata
in questo periodo consisteva nell'alzarsi presto tutte le
mattine per recarsi a visitare gratuitamente gli indigenti dei
quartieri spagnoli di Napoli, prima di prendere servizio in
ospedale per il lavoro quotidiano; la sua intensa giornata
proseguiva poi nel pomeriggio visitando i malati nel suo studio
privato in via Cisterna dell'Olio al numero 10.
La grande dedizione per gli ammalati non sottrae comunque il
tempo di Giuseppe per lo studio e la ricerca medica che persegue
attuando un concreto equilibrio fra la scienza e la fede
cattolica.
E' il mese di aprile del 1906 quando il Vesuvio inizia ad
eruttare ceneri e lapilli sulla città di Torre del Greco; un
piccolo ospedaletto, succursale degli Incurabili è in pericolo e
Moscati si reca di corsa sul posto per dare il suo aiuto alla
messa in salvo degli ammalati, prima che la struttura crolli.
Due anni dopo supera il concorso di assistente ordinario per la
Cattedra di Chimica Fisiologica e inizia a svolgere attività di
laboratorio e di ricerca scientifica nell'Istituto di
Fisiologia.
Accade che nel 1911 un'epidemia di colera funesti Napoli:
Moscati viene chiamato a svolgere ricerche. Presenta una
relazione all'Ispettorato della Sanità Pubblica sulle opere
necessarie per il risanamento della città, opere che verranno
portate a compimento solo in parte.
Sempre nel 1911 riceve la libera docenza in Chimica Fisiologica
su proposta del professor Antonio Cardarelli, il quale ha sempre
nutrito grande stima per la preparazione del giovane medico.
Socio della Reale Accademia Medico-chirurgica e direttore
dell'Istituto di Anatomia Patologica Moscati è ben ricordato e
stimato da tutti i giovani medici studenti che lo seguono
durante le visite ai pazienti.
E' il 1914 quando la madre muore per diabete; scoppia la Prima
Guerra Mondiale e Mosacti presenta domanda di arruolamento
volontario; la domanda viene respinta con la motivazione che il
suo lavoro a Napoli risulta più importante; non manca di
prestare soccorso e conforto spirituale ai soldati feriti di
ritorno dal fronte.
Per concentrarsi sul lavoro in ospedale e restare accanto agli
infermi ai quali è molto legato, nel 1917 rinuncia
all'insegnamento e alla cattedra universitaria lasciandola
all'amico professore Gaetano Quagliariello.
Terminata la guerra il consiglio d'amministrazione dell'ospedale
Incurabili lo nomina primario (1919); nel 1922 consegue la
Libera Docenza in Clinica Medica generale, con dispensa dalla
lezione o dalla prova pratica ad unanimità di voti della
commissione.
Sono numerose le sue ricerche che trovano pubblicazione su
riviste sia italiane che internazionali; importanti sono le
pionieristiche ricerche sulle reazioni chimiche del glicogeno.
A soli 46 anni, dopo un improvviso malore, spira sulla poltrona
di casa sua. E' il 12 aprile 1927.
La notizia della sua morte si diffonde rapidamente, riassunta
nelle parole della gente "è morto il medico santo".
Sepolto dapprima nel Cimitero di Poggioreale il 16 novembre 1930
il corpo viene poi traslato presso la Chiesa del Gesù Nuovo,
dove tutt'ora riposa.
Giuseppe Moscati è stato proclamato Beato da papa Paolo VI il 16
novembre 1975, e Santo il 25 ottobre 1987 da
Giovanni Paolo II.
La sua festa liturgica ricorre il 16 novembre

Il dott. Sergio
Castellucci, originario di Piobbico, vive a Cagli da quando
iniziò ed esercitare la professione di medico nel lontano 1963.
Laureatosi a Perugia nel 1962, ha conseguito, sempre a Perugia,
la specializzazione in chirurgia generale nel 1969; in seguito,
nel 1971 a Bologna, si è specializzato in urologia.
Contemporaneamente, dal 1963, operava presso il nostro Ospedale
Civile “A. Celli”, al fianco del compianto dott. Serse Pieretti,
prima come assistente ed in seguito come “aiuto”. Conseguita nel
1973 l’idoneità nazionale di primario di chirurgia, nel 1975 ne
assunse l’incarico presso l’ospedale di Cagli, esercitando
ininterrottamente fino al 2004. Ben ventimila sono gli
interventi effettuati dal dott. Castellucci durante la sua
attività che gli ha procurato profonda stima e sincera
riconoscenza da parte dei pazienti, dei collaboratori e di tutta
la cittadinanza. Merito del dott. Castellucci è anche la
creazione, nell’ambito del reparto di chirurgia dell’ospedale
“A. Celli”, del modulo di urologia, diretto dal dott. Paolo
Salsiccia, a servizio del bacino comprendente gli ospedali di
Cagli, Sassocorvaro e Urbino. E’ autore di numerose
pubblicazioni di chirurgia generale apparse in diverse riviste
specializzate.
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