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Maria Grazia Maiorino:
7 POETI DEL PREMIO MONTALE
 


 

Silloge Sentieri al confine.

Antologia:

 7 poeti del premio Montale,

 Scheiwiller, 1997

 

 

 

 

…la poesia dell’inizio ci immette nell’aura misteriosa del discorso di Maria Grazia Maiorino posto sulla linea di spartiacque fra sogno e apologo, fra vita e morte, dove una presenza inaspettata o un oggetto sono un segno di apertura, di rottura o di grazia. Anche le situazioni prevedibili o tristi si riscattano: il risveglio è un tuffo nella luce. Ed ecco la madre, vecchia leggera farfalla: il braccio imprigionato dalla flebo/ come uno spillo le trafigge il volo. Si noti in Riva memoria di mare il movimento rapido, la campitura di spatola, la mimesi con cui vibra ai nostri sensi un gelido capodanno: amalgama di suoni rotti da frammenti di un dialogo in corsa con piccole suggestioni espressioniste o futuriste.

 

Maria Luisa Spaziani

 in 7 poeti del premio Montale

 


 

Ho sognato che poesia era una nave

Ho sognato che poesia era una nave

e su quella salivamo tutti quanti

il viaggio cominciava come tanti

tra veri passeggeri e fantasmi più veri.

Avvolto a cono come un cartoccio

antico il tuo biglietto segretamente

ladro anch’io lo nascondevo

indecifrato appuntamento forse…

 

e non riconoscevo più nessuno

nel labirinto agitato dell’arrivo

c’era solo una banchina deserta

miraggio risucchiato nella pancia

della nave la festa i caraibi il rosso

scale fiorite di trapezio bambini

volteggiano invito a uscire

da un lucernario

ma le forze mancavano al salto

 

incrociare le mani a seggiolina

vedevo allora un uomo…

 

 

 

La madre è una vecchia leggera

La madre è una vecchia leggera
farfalla stanca sui cuscini alzati
il braccio imprigionato dalla flebo
come uno spillo le trafigge il volo.

Sulla sedia accanto al letto la figlia
ugualmente è fatta d’immobile attesa
solo andare attento d’occhi nella stanza
fino a svanire anch’essi muro d’ombra.
 



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Capigliature mute arrovesciate

Capigliature mute arrovesciate
lingue di neve nel verde dell’estate
le raggiungi t’affacci a precipizi
a voci nell’abisso rotolanti
in continuo svariare
veli
              schiume
                                      arcobaleni

Calamita la cascata belva spiata
da vicino eterna regina. E se
un sentiero sale è orlo d’erbe
appiglio
al fragoroso cadere dell’acqua
terra dolce fisse corolle d’occhi
sentiero dell’Altro al confine
di noi.
 

(dalla silloge Sentieri al confine -

Antologia 7 poeti del premio Montale, Scheiwiller, 1997)

 

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