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Maria Grazia Maiorino:
FRAMMENTI PER UN PERSONMAGGIO
(racconti)



 

 

Frammenti per un personaggio, Affinità Elettive Edizioni, 2019.

Questi racconti sono ambientati per lo più nell’ultimo ventennio del Novecento. Di quegli anni cruciali l’immaginazione narrativa di Maria Grazia Maiorino liberamente scompone e ricompone frammenti; ritornano alcuni personaggi, temi e luoghi familiari ai lettori delle raccolte precedenti, visti da angolature diverse, in altri viaggi e atmosfere, reali e mentali, come a formare un romanzo-mosaico, dove si cercano fili da riannodare per tessere la tela di una coralità e di un’appartenenza. Chi scrive si mette in gioco, azzarda il discorso metanarrativo, chiede partecipazione e complicità al lettore. Le storie sono spesso costruite per sequenze, mettendo a fuoco alcuni momenti e lasciando tra un frammento e l’altro uno spazio bianco, che sottintende un passaggio, un salto nel tempo e nello spazio. Non si snodano quindi in modo realistico, oggettivo, secondo una trama-sceneggiatura; potrebbero forse rientrare nel filone che viene chiamato realismo magico: affiorano le piccole epifanie del quotidiano, i momenti di grazia, in cui la vita non viene fotografata ma ricreata; prendono forma le possibilità mancate, le trame della mente e le figure dell’inconscio; si intravede un oltre che è l’essenza di tutto, il mistero celato in ogni vita. Impronte sulle quali continuare a camminare e a raccontare, interrogando il presente più che il passato. Ricordi dove l’assenza si trasforma in presenza, la realtà percepita sfuma in evocazione, la memoria si affida alle associazioni analogiche e ai simboli che sono propri del linguaggio poetico. Nella seconda parte del libro l’autrice sperimenta la forma breve e brevissima delle storie zen, che sono anche esercizi di meditazione; esempi di una scrittura nella quale si cerca di rendere la freschezza di un momento, l’ombra di un’inquietudine, il dolore di una perdita, lo stupore per una bellezza che sembra leggerci nel cuore. Un esercizio paragonabile all’improvvisazione musicale, un varco, un sentiero, una risonanza. Un affidarsi fiducioso alla parola scritta e al potere conoscitivo dell’immaginazione.

 

 

 

INDICE

(cliccare sulle voci sottolineate)

 

FRAMMENTI PER UN PERSONAGGIO

 

1 A gambe incrociate

2 Body Building

3 Le due sorelle

4 Risonanza

5 Quadri

6 Re Tarlo

7 Bello, bello veramente

8 Fili

9 Il regalo sbagliato

10 Il paradiso dei cani

11 Frammenti per un personaggio

12 Chiamatemi Mala

 

 

SENTIERI

 

1 Sentiero del quotidiano

2.La sposa nel vento

3 La campana

4 Dialogo tra il merlo e la foglia

5 Addio all’estate

6 Narciso

7 Lui e lei

8 Rosa shocking

9 Così lontano così vicino

10 Segreti

11 Lamicamìa

12 Il maestro e la farfalla

 

 

“Frammenti”, racconti firmati Grazia Maiorino

(di Valerio Cuccaroni)

 

Un personaggio che si delinea in 24 storie nel volume per i tipi di Affinità elettive: un ritorno per l’anconetana d’adozione

 

«Sono romantica, mi piacciono le storie d’amore, anche quelle stupide della televisione», confessa la protagonista di uno dei racconti di Frammenti per un personaggio (affinità elettive, 2019), il nuovo libro di Maria Grazia Maiorino. La scrittrice di origine bellunese, anconetana di adozione, ci ha abituato alla sua vena lirica, fin da Sentieri al confine, la plaquette con cui vinse, al suo esordio, il Premio Montale per la poesia inedita. In quelle poesie già si metteva a nudo: «Dal sedile di un autobus vorrei / mandare versi d’amore / e sono soltanto addii le parole».

Eppure non dobbiamo confondere le parole di un personaggio con quelle dell’autrice. Anche perché i personaggi cambiano e ciascuno ha le sue caratteristiche. Nei ventiquattro racconti che compongono Frammenti per un personaggio, di cui dodici brevi, troviamo molte coppie di amici e di amanti, sia umane, cioè formate da un uomo e una donna, sia transpecifiche, ovvero formate da una creatura umana e una animale, in particolare cani. Le coppie di amici e di amanti cercano la “risonanza”, l’armonia tra loro, ma spesso falliscono, tanto da arrivare al divorzio, come in Una donna tutta sola, pur con diverse eccezioni, quando a legare sono le affinità elettive, la comune passione per l’arte, i viaggi, i ricordi. Tra creature umane e cani, invece, i legami sono sempre profondi, capaci di donare coraggio e affetto, come accade tra Irene e Luna, nel racconto Body building: «affronta la scalinata semibuia solo perché c’è la Luna a farle coraggio […]. Irene vorrebbe che fosse tutta bella la città, […] affettuosa come il cane che le cammina accanto con il passo del ritorno».

Poetessa con molti libri di versi alle spalle, Maiorino ha già dato prova di sé come narratrice, pubblicando il romanzo L’azzurro dei giorni scuri, edito da Pequod nel 2006 e ristampato, in una nuova edizione, da Affinità elettive nel 2018. Frammenti per un personaggio raccoglie racconti inediti e altri pubblicati, su riviste cartacee e web, dal 1994 al 2018.

A cavallo di due secoli e due millenni, i sentieri tracciati da Maiorino con le sue parole partono dalla scomparsa di un mondo, dalla fine di una stagione: «Nei manifesti si celebra la morte del comunismo», si legge in Addio all’estate che continua così, inesorabile: «L’inverno fa irruzione nei nostri pensieri. Inverno e capitalismo, non si scappa, stagioni nuove non ce ne saranno per molto». A partire da questa constatazione, tuttavia, non c’è un ripiegamento consolatorio, un rivangare il glorioso passato, anzi l’inverno è affrontato a testa alta, senza scendere a compromessi, rischiando anche l’isolamento ma mettendosi in viaggio e trovando, in fondo, un nuovo mondo, o meglio il mondo nuovo. In Chiamatemi Mala la protagonista è una donna venuta a indicare a tutti noi la via, dall’altra parte del pianeta, dallo Sri Lanka, portando con sé la sua storia di madre lavoratrice che ha lasciato il suo paese e con le rimesse assicura un futuro più radioso al figlio.

 Valerio Cuccaroni                         

Il RESTO DEL CARLINO, 27 febbraio 2020


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancona, 29 novembre 2019

Presentazione di "Frammenti per un personaggio"

Foto da Sx:
          Valentina Conti, per casa editrice
          Antonio Luccarini, presentatore
          Maria Grazia Maiorino, autrice

 

 

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LAMICAMIA
(Testo del Racconto 11 della seconda parte, Sentieri)

Lamicamìa detto come una certezza. Dietro quel modo di dire lamicamìa vedo un’altra single come lei, un tavolo con tante cose buone disposte in bell’ordine sulla tovaglia stirata, una sera calda di chiacchiere femminili trascorsa bevendo un bicchierino e fumando davanti al televisore. Forse un po’ di rassegnata delusione che continua a scavare quella ruga sulla fronte, appena un’ombra dissipata dalla compagnia, dalla sazietà del cibo gustato mangiando meno in fretta, condito con un po’ di allegria contagiosa
 

Nell’oscurità delle sere invernali lei mi sembrava più giovane, i capelli corti sempre ben curati, il giaccone di stoffa lucida, l’andatura tranquilla. Arrivava con la sigaretta accesa e finiva di fumarla alla fermata della corriera, sedendo, quando non pioveva, sul muretto dei giardini che circondano la Rocca.

Cominciammo a salutarci a distanza dopo esserci incontrate qualche volta alla fermata. Lei chiacchierava con un uomo e una ragazza, e si metteva ora vicino a una ora vicino all’altro in corriera, mentre io sceglievo un sedile ben illuminato per leggere. Ma la lettura in corriera ha sempre un sottofondo di chiacchiere dei viaggiatori vicini che ti distrae, e a volte ti ritrovi a seguirlo, mentre gli occhi restano fermi, chini sulla pagina.

Sai che la tua estraneità non durerà a lungo, presto lascerai il libro per sederti a fianco di qualcuno. Scoprirai la sua vita, in fondo non sarà molto diverso rispetto a quando leggi una storia ma ti sentirai più coinvolta: accanto alla materia grezza della vita che tu vorrai far rapprendere in qualche modo, contenere in una forma e nello stesso tempo salvare in uno spazio più grande.

La osservai da vicino quando le chiesi se era stata male, perché ultimamente non si era vista alla fermata. Era seduta sul muretto con la sigaretta in mano. Una ruga in mezzo alla fronte. Partiva dall’attaccatura delle sopracciglia, profonda, distogliendo il mio sguardo dal trucco evidente degli occhi e della bocca, dalla tinta e dalla messa in piega fresca di parrucchiere.

In venti anni che lavoro non sono mai stata male. Ho preso l’influenza, sì, questa volta è toccata anche a me, e ho ancora tosse e raffreddore.

Forse è l’influenza che butta giù, ho pensato, aspettando che la fronte si spianasse. Potrebbe avere una cinquantina d’anni o essere ormai verso i sessanta. Lei mi chiese se lavoravo a Senigallia. Io le risposi che andavo a trovare mia madre all’Opera Pia. Amicizia era fatta!

Quella sera rinunciai alle letture e mi sedetti accanto a lei. E così nelle sere seguenti, quando i nostri orari coincidevano. Lei scendeva a Falconara, io proseguivo per Ancona.

Vedova, il marito morto d’infarto abbastanza giovane, senza figli. Il lavoro di commessa in una sanitaria trovato dopo la morte del marito, per necessità e per non rinchiudersi in casa.

Quattro viaggi al giorno con la corriera, i pasti organizzati in anticipo, le porzioni pronte nel surgelatore, le domeniche trascorse con la sorella o con l’amica.

Lamicamìa detto come una certezza. Dietro quel modo di dire lamicamìa vedo un’altra single come lei, un tavolo con tante cose buone disposte in bell’ordine sulla tovaglia stirata, una sera calda di chiacchiere femminili trascorsa bevendo un bicchierino e fumando davanti al televisore. Forse un po’ di rassegnata delusione che continua a scavare quella ruga sulla fronte, appena un’ombra dissipata dalla compagnia, dalla sazietà del cibo gustato mangiando meno in fretta, condito con un po’ di allegria contagiosa.

Interni femminili. Negozio parrucchiera casa la titolare la figlia del titolare la sarta …

E noi due qui, come in un divano stretto, in questo salotto sulle ruote, circondato da altre chiacchiere e bisbigli.

Come ti chiami?

Avrei voluto chiederglielo la volta seguente, ma non ci siamo più incontrate

 

 

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