Battito d’ali di farfalla

 

“E’ come sentire un battito d’ali di farfalla nella pancia”, mi spiegava il ginecologo alla domanda su come mi sarei accorta dei tuoi primi movimenti. Ebbene questa mattina un intero stormo di farfalle mi è esploso dentro, lacerando quella coltre di paura che nelle ultime settimane aveva avvolto il mio cuore, per il timore di non sentire mai quel flebile segnale. E’ il 7 gennaio e tu hai 22 settimane.

Sei ancora una “noce”, come ti chiama il babbo, ma hai tutto in ordine. Il tuo cuore batte all’impazzata, abbiamo visto lo stomaco, i polmoni, il cranio, addirittura il cervello, per non parlare di braccia e gambe, degli occhi e di qualche capello. In realtà noi non abbiamo visto un bel niente, ad eccezione di una massa grigia sul monitor, ma per non deludere l’ecografo che indicava entusiasta ogni parte del tuo corpo, confermando che tutto si era formato perfettamente, abbiamo assecondato la sua elencazione, gioendo comunque in silenzio di fronte a quel monitor freddo e silenzioso.

Stai crescendo ed ora riesco anche a sentirti. Resti ancora microscopico e inconsapevole, ma mentre galleggi nella placenta a temperatura ambiente, fai capriole e piroette, al riparo dal frastuono della vita esterna, il mio ventre si ingrossa giorno dopo giorno, il bombardamento ormonale ha avviato la lenta trasformazione del mio corpo. Ho un’espressione rilassata e serena, dicono quelli che mi conoscono; i miei occhi sprigionano una nuova luce; la mia pelle risulta più luminosa. Sarà pure l’effetto della gravidanza, ma io credo che il concedermi quelle dieci ore di sonno giornaliere abbia avuto un ruolo determinante per il mio aspetto disteso e riposato. Anche la lieve inappetenza delle prime settimane, unico malessere provocato dalla tua presenza, sembra essere scomparso definitivamente, lasciando campo libero a tutti quei piccoli desideri culinari che mai e poi mai potrebbero essere lasciati insoddisfatti.

Sono circondata da attenzioni crescenti e inconsuete, soprattutto da parte di estranei come il fruttivendolo, avido e cialtrone, o la vicina del quarto piano, scorbutica ed ostile. Conoscenti fino ad oggi distaccati e indifferenti alla mia vita si sono trasformati in premurosi amici desiderosi di informazioni sul nostro stato. Luisa, sorella un po’ latitante, ha scoperto una nuova versione del nostro rapporto, rivestendo, forse per la prima volta, il ruolo della sorella maggiore piena di attenzioni, preoccupata di come mi sento, ansiosa sul futuro di questa gravidanza, impaziente di indossare i panni assolutamente inediti e sicuramente imprevisti di zia.

Insomma, hai scatenato una vera rivoluzione nelle nostre vite un po’ assonnate e incastrate in abitudini consolidate; hai portato scompiglio e una ventata di vitale confusione nelle nostre giornate scandite da ritmi ormai monotoni e scontati; una sterzata improvvisa che ci ha fatto deviare da questa autostrada diritta e noiosa del nostro vivere.