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GERMANA DUCA RUGGERI: ORLO INVISIBILE
 

Presentazione all'UNILIT di Urbino
del 10 novembre 2017 (clicca)

Plaquette 2015

© 2017 Piero Manni s.r.l.

Via Umberto I, 51 - San Cesario di Lecce

info@mannieditori.it www.mannieditori.it

Collana, OCCASIONI, a cura di Anna Grazia D'Oria

 

Dedica: a Martina, Francesco, Samuele, Filippo

 

Copertina di Giancarlo Greco

 

Benedire la vita

Prefazione di Alessandro Ramberti

 

Le poesie di questo libro sono storie e ballate intrise di saggezza e ironia come le favole e i racconti dei nonni. Il linguaggio è moderno e il metro è libero (anche se non è raro trovare endecasillabi). La poetica riflette gli accadimenti quotidiani e famigliari, trasmettendoci suoni, sapori, emozioni, immagini di un mondo non privo di contraddizioni tragiche e orrende, da i Fuorusciti:

Il Mediterraneo continua
a ruotare i sommersi, li mischia
gli oppressi serrati nelle stive.
                             

Un mondo che è però al contempo "tessuto" dalla bellezza delle relazioni domestiche e sociali, dallo splendore del paesaggio e della natura tutta che spesso conosciamo, pratichiamo e apprezziamo troppo poco.

La prima sezione - introdotta da una citazione di Elena Bono che fa riferimento alla strada (o meglio alle strade) che a ciascuno è dato di percorrere - si apre con una ballata ricca di assonanze e allitterazioni, Melusina, leggendario personaggio medievale capace di trasformarsi in un essere "altro" se violata, usando un termine moderno, nella sua privacy:

Lo sposo così non resiste, la spia.
La donna allora muta programma.
Si trasforma in corsiva farfalla
(...)  affonda in un tempo senza misura
dov'è soltanto scrittura, scrittura...»

La farfalla (nel mondo greco psyché, soffio, respiro, è raffigurata come un essere con ali di farfalla) è qui metafora dell'anima stessa del poeta (uomo o donna che sia).

Nella poesia seguente, Il filo, Germana ci dice, con qoheletiana ironia, che

La vita fa il suo gioco, finché dura 
(...) / Con lei si impara molto: siamo tutti
vivi, per un po'. Lei ci offre il diversivo
di tenere in piedi un filo, il fil di fiato.

Le immagini fioriscono sotto i nostri occhi con efficace, intensa e suggestiva semplicità, sobriamente impreziosita da raffinatezze lessicali e suggestioni visive e sonore pregnanti («la calura / fiara», in Luglio;  «Sul monitor, la vita di tre mesi / ha occhi grandi, oltre i battiti / del cuore, e manine che già salutano.», Ecografia; «La terra denudata / vista da lontano / somiglia a un'anima.», Febbraio).

La seconda sezione ha per esergo queste affascinanti parole di Sebastiano Vassalli: La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole - e non può che partire dalla Lingua:

Lingua, che smuovi il pensiero
che lo graffi con frasi e parole,
somigli a quella viva, che brucia
nella bocca e a volte sospira
.

Questa sezione ci propone scene di vita, coinvolgendo spesso i nipoti, ricordando la nativa Ancona (angoli e persone), e portandoci l'odore dei cibi, i colori e le linee delle colline marchigiane frequentate e dipinte anche dal grande Piero: «Parole come soste di un cammino /(...)/ il grano spigato in aghi d'oro.» (Spazi); «Il mare era il granaio e l'estate / si nuotava fra le onde di frumento, / a stile libero, lontano dal Passetto» (Passetto)-, «accorse l'Angelo che ti salvò. / Vi videro fumare assorti la stessa / sigaretta, spalle alla ringhiera.» (Labili orme)-, «Resta la linea d'ombra / della commozione. / Lo sguardo non distingue altro.» (Linea d'ombra); «La cupola del crepuscolo / si incurva sulla città / sospingendo adagio la sera.» {Giugno).

La terza sezione è introdotta da una citazione di Alda Merini che invita a contentarsi dell'umile presente da cui nasce la polvere magica del pensiero: «Non si può dilatare a piacimento / l'istante migliore.» (L'istante migliore); «Luci scolorano in ombre su soglie / di selve, vigne appartate, case.» (Via San Giovanni in Ghiaiolo); «Che si può udire nello scricchio / di un'imposta o di un'anta / (...)// Non è niente, riproviamo a dormire... / A occhi aperti, sulla terra scoperchiata / del cuore. Come loro, non più a casa.» (Vite nascoste).

Ammalianti gli haiku che compongono D'inverno, ne selezioniamo un paio: «Entra il cielo / da finestre aperte. / Mangia pareti. // Trasforma il resto / - la casa è sorpresa - / in paesaggio.»

Germana Duca sa penetrare con la lama impalpabile ma affilatissima dei suoi versi lo spessore profondo e misterioso del nostro essere-in-relazione, del nostro cammino che avviene al tempo stesso dentro e fuori di noi. La natura/paesaggio è un protagonista importante e fornisce alla poetessa molteplici visioni che diventano dipinti che ci assorbono: «Il sole scompare / tirandosi dietro tutti i colori» (Si fa sera); «In mezzo alle nubi appare Urbino, / piatto colmo di terra e pinnacoli, / (...)// la crosta di tegole vive per sé» (Ottobre).

Benedire la vita è un titolo e un impegno: ci conosciamo facendo tratti di strada assieme a chi incontriamo lungo il cammino (scelto o non scelto, è lo sguardo del prossimo che ci "individua", ci dà valore, ci fa essere-con), rivelandoci gli uni agli altri, disponibili a gesti di cura e attenzione, gratitudine e apprezzamento per quel Bambino che è in ciascuno di noi, specie in chi viene "scartato", Bambino che dice col suo amore assoluto: «Sto in pensiero e spero. Come tutti i bambini del mondo.» (Dicembre).

La libera e splendida riscrittura del maestoso Salmo alfabetico 144 chiude il libro e ci apre i sensi e l'anima a un Respiro più grande:

Gloria a te, che soffi onnipotente
la cenere delle generazioni, ravvivando
nel cuore di ciascuno la brace,
scintilla pellegrina verso il tuo palco
di luce, unico sole di salvezza.

(In preghiera con il Salmo 144)

Alessandro Ramberti

 

 

 

Suite ducale

Postfazione di Katia Migliori

L'onoma non lascia orma.
È pura grammatica.
Giorgio Caproni

Cosa si compone e scompone ad alternato ritmo nell'opera di Germana Duca, se non un audace, vero componimento di tenerezza umana a compimento di un verso e di un ritmo propriamente suo?  Esso si trasforma e poi scompare, lascia la carta, ma ad un solo patto: che ad ogni nuova alba il passatempo misterioso della chimerica Melusina riviva nel e per il Creato.

Di certo sarebbe un limite indicare con un ordinario e ordinale numero il terreno poetico che precede Orlo invisibile, piuttosto se occorre pensarlo, lo si pensi quale approdo riconoscitivo: scavo praticato verticalmente - non indolore sicuramente, ma confidente a tal punto da poterne estrarre, at- tingere immaginazione tanta, sogno ancor più e, da ultimo, una caritatevole, colta, bene-detta invocazione ad un divino paesaggio, un corteggiamento aristocratico, e al contempo profondamente intimo, alla ducale elettiva città, così preziosa per qual- siasi lettore...

È l'estremo lembo di un tessuto finemente poetico la raccolta che la mano debitrice con competenza dispone al nostro sguardo, che si aggrazia nel suo ripiegarsi per non sfilarsi: in tal modo che il visibile possa arrendersi all'invisibile, il naturale al sovrannaturale.

E tutto avviene nel suo momento più alto: poesia e pensiero bisognano l'una dell'altro, in vicinanza!

La poesia si interroga e, tra le parole e le cose, tra la vita e l'immaginazione «s'apre e trema / nell'azzurro il fiore dell'ornello.»

Custodia del non detto nel detto. La poesia ha il compito di "dar vita a ciò che permane perché duri e sia" (Heidegger).

Germana Duca sa resistere, con diletto e appartenenza a gli angoli della terra, al vacuo consumarsi dell'epoca - ex ore - nella sua Urbino ducale: «Urbino che alta veleggi, / ora, e per l'intero secolo futuro, / non lasciarti consumare, tieni duro».

La parola, "pura grammatica", "non lascia orma" perché non vuole cambiare il mondo, è il mondo.

E il verso, di stanza in stanza, ne ricompensa il difetto.

Tutto si sfa e rinasce in umile pace
      nelle nostre fibre, benché fuori
      strepiti insensato il pianeta
      e non dia mai tregua il tempo.

La giornaliera vigilanza di Germana Duca è regola e rassicurazione per il suo cammino poetico: «clessidra divina» e «Spirito della Terra Promessa».

Katia Miglior

 

INDICE

N.B. Cliccare sulle voci sottolineate

 

 3   Benedire la vita di A.Ramberti txt

      IV Copertina

parte prima

  9   Melusina   (video

11    Un filo

12    Infiniti

13    Fuorusciti

14    Ecografia

15    Il fiore della vita

16    Aria di poesia

17    Le fatine della neve

18    Ricorrenza

19    Confidenza

20    Gennaio

21    Febbraio

22    Marzo

23    Aprile

parte seconda

27    Lingua

28    L'eau

29    Per aria

30    Cucina urbinate

32    Spazi

33    Passetto   (video)

34    Labili orme

35    Memoria pop. della Settimana Santa

36    Linea d'ombra

37    Maggio  (video)

38    Giugno

39    Luglio

40    Agosto

PARTE TERZA

43    L'istante migliore

44    Paesaggio  (video)

45    Via S.Giovanni in Ghiaiolo (video)

46    Pannelli e pale

47    D'inverno

48    Via Lauretana

49    Vite nascoste  (video)

50    Di più con meno

51    Si fa sera

52    Vespro

53    Settembre

54    Ottobre

55    Novembre

56    Dicembre

57    In preghiera Salmo 144     (video)

59    Postfazione Katia Migliori (txt)


 

 

IV Copertina. Le poesie, in tre sezioni molto legate, esprimono il senso del divino che, insieme al realismo fiabesco della natura, si fa contesto armonico di speranza nonostante le disarmonie create dagli uomini. L'unità dei valori riconosciuti universali - fra cui la preghiera, proposta a fine raccolta come riscrittura del Salmo 144 - è luce che agevola il cammino nel circuito esistenziale.

 

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