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Poesie Lette

DON AMATO CINI   -  1988 Ricordo all'ACLI

Luciano Mastellari legge "ALLA RAGIONE"

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ALLA RAGIONE

Ragione, grande e terribile dono,
emanazione del Logos diffuso
per tutte le cose,
che, luce e calore,
immaginavi oltre il cielo altri cieli
che palpitare udivi anche le pietre
le sillabe tue adeguando
all’estasi o al pianto d’ogni vivente,
che per dismisura fatta orgogliosa
t’aggiri deserta in te stessa,
ti assomiglio all’amante smagato
che in membra divine
scopre pustole e macchie,
alla fanciulla serena che un prato
vergine d’erbe e di fiori delude,
se un ragno nero s’insinua furtivo
tra le pieghe della candida gonna.

Così al tuo indagare se il conto
non torna, tremano gli archi dei ponti,
cadono simboli come aquiloni
che il vento impiglia tra antenne e ramaglie,
e nelle plaghe del cielo le stelle
non sono che ammassi di pietre inconscie
che girano insieme alla terra,
grembo
impassibile d’alberi
d’animali e di acque,
di stragi e tumulti
di opere umane
che il tempo frange confonde e trasforma.

E di noi effimeri,
nati a consumarci a vicenda,
nulla sanno gli spazi
da cui voce amica è mai giunta,
nulla le albe
limpide sopra rovine ed abissi,
nè i fiori nutriti
dalla polvere umana.

Per te si spense nell’uomo il poeta,
si allegarono i denti
che morsero frutti maliosi,
e fu subito il giardino un dirupo
di rovi e sterpaglie.
A te non chiedo pietà
non vani conforti,
ma contro i calcoli freddi che incidi
su dura parete
non infrangere gli specchi dell’anima,
lascia che intatta resista
la divina follia di Amleto,
che ovunque avvertiva arcane presenze
più numerose pel cuore e più vere
di quanto non osi promettere
il tuo disperato sapere.

                                                     
13/IX/1987