Home Elenco
Poesie Lette

DON AMATO CINI   -  1988 Ricordo all'ACLI

Luciano Mastellari legge "AL POSTO DI GUARDIA"

                                          Clic sul triangolo per avviare la lettura

 

AL POSTO DI GUARDIA

1
Ninfa, che tessi con mani di perla
policromi veli di luce,
che persuadi accesi d'amore gli uccelli
a portare in volo steli e bambagia
pei nidi nuovi, che stilli rugiada
d'aprile sul verde dei grani, sui rami
rosei o chiari di gemme,
che distendi l'arcobaleno
cintura sontuosa del cielo,
perché tanta grazia e danze di fiori,
di foglie per occhi avvezzi alla strage?

Inamabile sorge l'aurora avvolta
di porpora sopra quest'isola
dove Caino è architetto
di città e fortezze orgogliose,
dove popoli per fame e per fuoco
sono distrutti
come vermi che non hanno padrone.

Desolata s'innalza la mia canzone
sotto un cielo squarciato da lune di morte
lanciate dall'uomo atterrito dall'uomo
con l'impeto e l'urlo di mille uragani.

Ma ora è tempo di strappare la maschera,
di stanare la belva,
Pasife e la femmina balba,
che giusta vendetta si compia,
che si venda il mantello
per comprare una spada,
perché verranno da Oriente e Occidente
i figli dei figli
a condannare la nostra progenie,
che ha stravolto in morte la pace
e la giustizia in baldracca da trivio.

2
Io ho detto in giorni di tenebra:
«Incancrenita mia terra percorsa,
battuta da vari terrori
e mai convertita, scrofa lavata,
che torni nel brago,
non t'incoronino più primavere,
e la ruggine roda
nel suo fiorire la spiga.

Non dia più frutto la vite,
intristisca l'olivo.

Marcisca in bocca la lingua mendace
a chi giura pel cielo e per l'uomo.

La paralisi colga chi trama nel buio.

Chi tiene un'arma per morte v'incespichi,
e sia maledetto il suo sangue».

3
O mie labbra blasfeme,
o miei gridi dementi,
o insipiente sapienza,
come è disperata l'indagine,
come oscuro è il cuore dell'uomo.

Chi potrà giudicarlo?

È venuta la polvere del nuovo deserto
a contesa con Te, o Insondabile,
che ami la vita.

Ti ha tentato la polvere,
Ti ha tentato come a Meriba,
come nel giorno di Massa.
Eccomi ingiusto
con tutte le mie orgogliose giustizie,
impuro con tutte le mie purezze.

4
Ecco, ho bevuto ho bevuto
nell'acque amare il giudizio comune
che ci ha svelati immondi
di rapine e adulteri,
e sono qui unico fiume,
unico mare a invocare
con voi, umane fraterne radici,
l'occulto potere dei semi
che rompono pietre e muraglie,
il prodigio del canto
che svegli con numeri nuovi l'aurora
su questa inferma e mutevole luna.

In doglie di parto da sempre vagheggia
il figlio del sole come l'artista
la forma racchiusa nel marmo,
e dunque per leggerne i segni
starò al mio posto di guardia
nella notte che insiste.

Amerò questa terra,
sarò tenero con l'erba che nasce,
non coglierò neppure le rose,
le lascerò
sulla siepe splendere al sole,
le guarderò l'una cedere all'altra
come le nuvole e i figli dell'uomo.

Sarò come il giunco che intero risorge
dall'onda che passa, l'ape che torna
dopo la pioggia ai suoi fiori.