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DON AMATO CINI

FERMIGNANO 1919 - Urbino 1987

 

 

PREMESSA

di Alessandro Miano

 

Amato Cini, Sacerdote, con questo è al suo primo libro.

Nato a Fermignano il 4/3/1919 risiede ad Urbino, ove insegna..

E’ per noi motivo di privilegio e di commossa adesione presentare questo poeta.

Chi ci conosce, sa della nostra ritrosia e riservatezza nel definire, ma Amato Cini è tale che si inserisce incidendo.

La sua preparazione sa di letture avvertite, dalla Bibbia ai moderni, ai contemporanei, alle voci di avanguardia.

Ma il timbro, il pathos, la sua verità di uomo sono inediti.

I versi Amato Cini li ha raccolti tra pietre e cori di foglie, in un mondo pervaso dal turbine, dall’ansia dell’oggi, scarnificando in sé, all’amaro calice, ritrovan- do in sè dopo lunga angoscia richiami, certezze

Sono diventato essenziale

come un romito.

La mia nudità

sfiora appena le cose

 

e solo perchè in lui, oltre le ore di sabbia ed i sentieri del vento « Che muove da un lato — e ritorna in se stesso »,

... brucia l'offerta

di tutte le cose,

approdo necessitato alla visione che

Il mondo non è

che immane sorpresa

di vette e di abissi

per cui nell’accesa preghiera del riscatto con voce accorata che sale dai vortici indefinibili dell’animo, egli uomo si ritrova ancora con cuore straniero, come un’ombra che passa sperduta.

Ma questa di Amato Cini non è una sofferenza gratuita, un tono, un atteggiamento; è come se avesse scavato ogni giorno in sè il dolore tutto nostro dell’esistere così contingente e limitato all’esperienza. Il tempo, le stagioni, gli orizzonti partecipano qui come catarsi per la conquista della interiorità assoluta, riflessi in noi e nel nostro mondo, proiettati quindi sulle colorate infinite rive della continua speranza.

Sicché «Le Rive del Tempo» e la speranza del « forse io sono scintilla » si risolvono in lui che affonda

... radici assetate

 su vaso di creta

alla certezza chiara di albe lontane.

Così nella coralità delle magiche luci abbrividite sulle cure e le amarezze, oltre il canto affannoso dei semi maceri ed il silenzio assorto e stupefatto e lo sgomento, si libera e pervade alla comprensione dilatata dell’uomo il segno della Misericordia che ciba e purifica.

Noi non neghiamo qua e là una aggettivazione superflua, una immagine forzata, ma il verso denso e sciolto, la parola viva e preziosa, la vigilanza sicura dello stile, fanno di Amato Cini una grande promessa.

Alessandro Miano

 

 

 

Da risvolti di copertina:

1° Risvolto:

Scoprire un poeta nuovo costituisce ancora per noi un atto di fede nella vitalità disinvolta e suggestiva della poesia moderna. Avevamo incluso questo giovane nel voi. 1° dell'antologia «Poeti italiani del 2°  Dopoguerra » per certi suoi toni del tutto inediti di assorto smarrimento, di nuda introspezione, percettibili e densi, per quella sua vigilanza sicura dello stile.

Amato Cini ci rivela ora l'itinerario essenziale di una anima, tipicamente moderna, esistenziale, che dopo una laboriosa angoscia necessaria, lungo un sentiero di im». precisabili armonie, approda al richiamo improvviso della « certezza del cielo ». E non va disperso (è questo forse il suo merito maggiore, la sua caratteristica inconfondibile di poeta italiano) quel sapore mediterraneo di casa nostra, fatto di cieli aperti, stupefatti silenzi, di magiche parole raccolte alle rive del tempo.

 

2° Risvolto:

POETI ITALIANI DEL SECONDO DOPOGUERRA
Mancava effettivamente in Italia un'opera unica che, a prescindere dalle valutazioni di corrente e di gusto, offrisse al lettore un ampio panorama della produzione poetica contemporanea.

Questa Antologia «POETI ITALIANI DEL SECONDO DOPOGUERRA», suddivisa in più volumi, nasce sotto il segno di un'ambizione editoriale, mirante a ricostruire le linee essenziali della nuovissima poesia italiana, attraverso un assiduo ed impegnativo lavoro di selezione e ragguaglio.

Qui confluiscono le nuove generazioni, rese adulte dalle tristi esperienze della seconda guerra mondiale. Qui ritrovano una propria sistemazione storica le voci più valide che non mancheremo via via di accogliere e valutare: affinchè il canto nuovo che da qui si irradia possa rinsaldarsi, trovare un legame intimo fraterno di fede nell'arte; o affinchè l'opera possa almeno valere di documento obbiettivo allo studio ed alla esperienza.

 

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INDICE

N.B. Cliccare sulle voci sottolineate

 

          ANGOSCIA NECESSARIA

Questi miei ritmi

11

E non c’è ape

12

Filtro di morte

13

Laura

14

Radici assetate

15

Tutto parve tremare

16

Vento

17

Angoscia necessaria

18

Anche per me un calice

19

Viale deserto

20

Sterminata notte

21

Fatemi credere

22

Sorda conchiglia

23

Dai vortici ansanti

24

           LE RIVE DEL TEMPO

Quasi un rosario

27

L’urlo delle metropoli

28

Il mare si stanca

30

Babilonia è risorta

31

Quando dai trivi

32

Le rive del tempo

34

Parasceve

35

          LUNGO I SENTIERI

Sotto il segno dei pesci

 39

Come gioco di nubi

40

Ho raccolto la mia vita

41

Mi cullo alle soglie infinite

42

Così geme l’idea

43

Buono è ora sostare

44

Lungo i sentieri

46

Strade di questo paese

47

In altis

48

Altare cosciente

49

Ora hanno rifugio

50

Ho mendicato per voi

51

 

 

 

ANGOSCIA NECESSARIA

E se tutto fosse un mio sogno,
un gioco crudele
a fingere erbe ed abissi?
Sotto enigmatico cielo vaneggio
e luna impassibile.
Non ho voce per gridare,
nè volontà per fuggire.
Perduto nelle stagioni,
non sono che un fossile emerso
a questa luce demente.
Io sono angoscia necessaria:
mio tormento
è non spegnermi mai.
Ma forse io sono scintilla
sfuggita al fuoco nativo,
complemento di una parola
sillabata fuori del tempo.
 

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COME GIOCO DI NUBI

Mi giunge odore di ginestre
dai boschi che furono miei,
perchè io sono un levita
e non ho che ricordi.
Sono diventato essenziale
come un romito.
La mia nudità
sfiora appena le cose
e le possiede davvero.
I miei campi
sono così lievi
come gioco di nubi.
Mi ci adagio
con sufficienza regale

 

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HO MENDICATO PER VOI

Ha ceduto, fratelli, il mio passo,
tra grida stordite,
nelle piazze assolate.
Si è infranta la voce alle porte
dei vostri paesi.
Io sono colui che attende
di entrare nelle vostre dimore.
Datemi almeno l’ultimo posto
nei vostri banchetti.
Ho mendicato per voi
vasi ricolmi di vino
e cesti di pane.

 

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LE RIVE DEL TEMPO

Nel mio incensiere, Signore,
bruciano parole blasfeme
raccolte alla riva dell’uomo,
ove erba non cresce
e forte d’insidie è la selva.
Sono rosse di pianto
al ricordo di albe disperse,
quando parlavi
alla nostra radice in rigoglio,
quasi la strada del vento
deserta ti fosse
e nell’acque la tua dimora.
Ma non dovevi soffrire,
come cadere d’uccelli,
rovina dei miti,
e che Adamo affiorasse
dal fondo ribelle
a stregare i volti dei giorni.
Forse è rischio di morte
la tua presenza,
se non ci conduci
tra boschi d’aromi
alle celle dell’olio.
Per questo, da offrirti
ho solo parole
raccolte alla riva del tempo.
 

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STRADE DI QUESTO PAESE

Le strade di questo paese
al vespro son colme di fiabe.
Ogni sasso
è parola tenace
nell’ascesa del tempo.
Salgo da sdruccioli inerti
al colle dei pini,
tra incendi di vetri.
Attendo la luna
dal verde dei monti emergere
ondulati com’acqua.
 

 

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