Viene un momento nella vita
in cui gli artisti che abbiamo studiato
cessano di essere oggetto di ricerca
e diventano degli amici" (*)
Ritornare a Urbino non come visitatore ma come autore di una mostra è per me una grande emozione. A fine anni '60, sotto la spinta della "novità ad ogni costo" per un attimo pensai alla pittura come mezzo espressivo superato e, in piena crisi, chiesi consiglio a Piero della Francesca: il grande maestro mi prestò il berretto rosso del duca Federico affinché lo inserissi in un quadro. Seguii il suggerimento e ripresi fiducia nella pittura, mezzo di comunicazione così profondamente connaturato nella cultura italiana.
Ora a quasi quaranta anni da quella "illuminazione" presento circa 40 opere scelte, molte delle quali dipinte per questa occasione, che rappresentano le idee, i concetti, le convinzioni, le emozioni e i sentimenti che mi hanno accompagnato in questi ultimi decenni e vogliono provare quanto sia viva la pittura e quanto futuro di invenzione abbia innanzi a sé.
Ringrazio la prof.ssa Leila Mazzoli che ha creduto con entusiasmo in questa iniziativa, la dott.ssa Bertone per l'impegno profuso e tutto lo staff dell'Ufficio Cultura e Turismo del Comune di Urbino. Ringrazio inoltre la dott.ssa Antonella Agnoli, per aver intuito per prima le possibilità di una mostra a Urbino, i professori Carlo Sisi e Pino Mantovani per i preziosi interventi critici, Guido Gobino, la Ferrerò Legno spa, Giuseppe Rinaldi e i fratelli Giuliano e Lucio Mercanti per la generosa partecipazione.
Gianni Del Bue
(*) John Pope Hennessy, Sulle tracce di Piero della francesca, Allemandi 1991