In Antologia Web: genn 2002
BIOGRAFIA
Nacque a Urbino il 31\10\1910 da Francesco Severini e Maria
Misturi che morì giovanissima lasciando il figlio di appena due anni.
Il padre, Francesco, si unì in seconde nozze con Emma Terenzi dalla quale ebbe due figli: Mario Severini, noto professore di lettere e sensibile musicista, diplomato in pianoforte e don Enzo Severini, canonico della Basilica Metropolitana di Urbino.
Dal matrimonio di Goliardo con Irma Severini nacquero Maria Severini nel 1934 e Anuska nel 1941.
Conseguì il diploma di artiere del ferro nel 1925 all’Istituto di Belle Arti quando era presidente Pasquale Rotondi e direttore Francesco Carnevali e lavorò come operaio nichelatore nella ditta G.A.M. arredamenti di Urbino fino alla pensione.
Prestò il servizio militare da richiamato a Cento di Romagna dove rimase fino all’8 settembre 1943.
Amante di teatro,interpretò alcuni ruoli come cantante e come attore negli spettacoli organizzati da un gruppo di appassionati riuniti nella così detta “Cricca del teatre” prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Conobbe, in quel periodo,il tenore Mario del Monaco, agli esordi della sua prestigiosa carriera.
Suonò il basso tuba (un trombone più grande di lui) nella banda cittadina prima col maestro Zurlo poi col maestro Sansuini e fece parte, come baritono, del coro della Cappella Musicale diretto dal fratello Mario e, successivamente, dal maestro Bevilacqua.
Negli ultimi anni soffrì per una lunga malattia e dedicò gran parte del suo tempo all’ascolto di musica operistica di cui conosceva la maggior parte dei brani.
Morì nell’aprile 1985, l’anno dopo aver festeggiato le nozze d’oro, amorosamente curato dalla sua famiglia.
La figlia maggiore, Maria, ha scritto la poesia dialettale in occasione della sua morte intitolata “Pasqua 1985” qui riportata e pubblicata nel libretto “I quattre vent” stampato nel 1986.
Goliardo Severini ha scritto una ventina di poesie dialettali sui personaggi e gli ambienti frequentati ma alcune, soprattutto quelle scritte in occasione delle cene e delle esibizioni della banda e del coro sono andate perdute perché i manoscritti venivano prestati e, spesso, non restituiti.