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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

La bontà dei santi

Ginnastica e salute

 

El sergent

Consisteva nel sistemare le palline di gioco su una sola linea. La prima pallina della fila a sinistra o a destra era il "Sergent". Chi riusciva a colpire il Sergent conquistava tutte le palline della fila.

 

La bontà dei santi

La guerra finita da poco era spesso presente nei discorsi degli adulti, anche perché determinava difficoltà oggettive nella vita di tutti i giorni, si era infatti ancora nel periodo della ricostruzione sotto tutti gli aspetti.

Noi bambini vivevamo all'ombra di un soldato; San Crescentino, patrono di Urbino, sovrastava con la sua possente mole il nostro spazio giochi.

Il Santo è super venerato nella città di Urbino, tanto che il primo del mese di giugno non vi è persona di qualsivoglia ideologia che non partecipa alla processione per la ricorrenza del patrono. Ciò è dovuto in parte alla religiosità, in parte alle storie leggendarie che si tramandano di generazione in generazione:

Si dice, infatti, che più volte il Santo salvò la città da invasioni, calamità naturali, bombardamenti...

Il ricordo più vivo di un miracoloso intervento del Santo in difesa della città, riguarda l'ultimo conflitto mondiale.

Si racconta che durante una incursione aerea da parte alleata, che aveva come obiettivo depositi militari alla stazione di Urbino, il Santo, all'arrivo degli aerei, avvolse tutta la città da una fitta nebbia che disorientò a tal punto i piloti, i quali scaricarono il loro contenuto di bombe sulla incolpevole e tranquilla cittadina di Urbania.

Ci fu un ringraziamento generale al presunto intervento del Santo. A nessuno però venne il dubbio che un minimo di cattiveria dà parte del Santo ci fosse stata, soprattutto verso le incolpevoli vittime del bersaglio sbagliato.

A questo punto una domanda sorge spontanea: nel Paradiso, dove albergano in beatitudine santi, futuri santi, beati e anime pure, esiste una ferrea gerarchia per l'utilizzo del potere?

Se la risposta può essere data dall'episodio successo nell'ultimo conflitto mondiale tra le città di Urbino e Urbania, ebbene sì, esiste una gerarchia anche molto rigida.

San Crescentino ha sicuramente più potere del patrono della città di Urbania, il quale si è dovuto assoggettare, mettendo sull'altare sacrificale le povere e inconsapevoli vittime della cittadina.

Logica avrebbe voluto che ci fosse stato un accordo tra i due Santi per far scaricare le infami bombe in una zona non abitata.

Evidentemente per i devoti le ingiustizie esistono solamente nel mondo terreno, per i due Santi quindi si continua a pregare per futuri e positivi interventi.

 

Baruffa

Atto di prepotenza che consisteva nell'impossessarsi delle palline di gioco con successiva fuga.

 

Ginnastica e salute

Gruppi di bambini un po' più grandicelli, molto spesso, mettevano in atto prepotenze verso i più piccoli durante il gioco delle palline.

Uno di questi atti di prepotenza era stato codificato come una vera e propria regola. Quando infatti si pronunciava la parola 'baruffa" ci si poteva impossessare di tutte le palline che erano nel gioco, con una conseguente veloce fuga. Passata qualche ora si perdeva il diritto di recuperare le palline anche se si conosceva l'autore del misfatto.

Questi atti di forza erano opera comunque di un ridotto numero di ragazzini; che non raramente mettevano in evidenza la loro forza fisica contraendo energicamente bicipidi e tricipiti.

Questi ragazzi avevano un costante punto di riferimento nella persona dell'attore Steve Reeves, amatissimo interprete del ruolo di Ercole nei film di mitologia, che numerosissimi venivano proiettati in quegli anni. Anche nei rotocalchi che si leggevano nel vicolo non di rado vi erano articoli e interviste sulla vita privata dei vari divi dello spettacolo. Uno di questi articoli fece scalpore in quanto raccontava che Steve Reeves con la sola forza delle braccia riuscisse a strappare in un sol colpo tutte le pagine di un vocabolario.

I nostri piccoli "Ercole" si radunavano spesso di fronte al portale della chiesa dì San Domenico, proprio sotto la lunetta di Luca della Robbia (i cui personaggi erano ambiti bersagli per palle di neve e oggetti vari lanciati da frotte di ragazzini), il sito era ideale in quanto rialzato di qualche metro sul piano della strada, dava quindi già la sensazione di essere in una posizione di forza. In queste riunioni si emulava Steve Reeves strappando non vocabolari, ma robusti pezzi di cartone, chi riusciva meglio nell'impresa era guardato per qualche tempo con invidia e ammirazione.

I ragazzi si allenavano assiduamente nell'unica palestra allora a disposizione dei cittadini, ubicata nel palco dell'attuale Teatro Sanzio, nel quale erano stati sistemati alcuni grandi attrezzi; parallele, anelli, sbarra e numerosi tappeti di fibra di cocco. Gli istruttori erano fatti in casa e lavoravano assiduamente ripagati solamente dal grande amore per la ginnastica artistica e dalla speranza di scoprire qualche provetto ginnasta.

Lo scopo della frequenza dei ragazzi non combaciava esattamente con quello degli istruttori e dei dirigenti.

Erano certamente contenti di ottenere dei risultati agonistici di rilievo, ma molto più soddisfatti apparivano quando con orgoglio mettevano in evidenza le "alette", prominenti muscoli al di sotto delle ascelle, o le "pagnotte", bicipide contratto del braccio. Questi muscoli contribuivano non poco a strappare il duro cartone. La vera gloria infatti era quella di ottenere l'ammirazione dei compagni del gruppo di San Domenico, poco interessava il diploma o la medaglietta conquistata ella gara di ginnastica, che finiva dimenticata nell'angolo di qualche cassetto.

I nostri giovani avevano già capito l'importanza dello sport finalizzato al miglioramento della salute fisica, mettendo in secondo piano l'aspetto puramente agonistico.

Rimaneva comunque molto dubbio il fine di questo miglioramento fisico, che si riduceva alla già citata regola della prepotenza codificata "la baruffa".