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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

Il Maestro Petrangolini

 

Posizione delle palline nel terreno

La posizione spaziale delle palline era rigorosamente geometrica:

- Tre palline a triangolo

- Quattro palline a rombo

- Cinque palline a pentagono

- Con più palline loro multipli geometrici

Il Maestro Petrangolini

L'aritmetica e la geometria per noi bambini non rappresentavano un problema a scuola, ci esercitavamo infatti tutti i giorni nel posizionare le palline con estrema precisione, pena l'esclusione dal gioco per mancanza di lealtà o per scarsa conoscenza del gioco stesso. II Maestro Petrangolini, poco considerato e scarsamente apprezzato, perché si diceva non tenesse la disciplina in classe, applicava con successo i metodi del gioco delle palline facendoci fare compravendita ed intervenendo spesso di tasca propria per l'acquisto ed il conseguente rifornimento a chi non ne possedeva. Tutti quindi con il contributo del maestro rafforzavamo attraverso questo insolito metodo le nostre cognizioni logico-matematiche. Mentre nella nostra classe si studiava giocando, dalle altre classi e dai corridoi, rintonava un'assordante cadenza di passi, si svolgevano infatti le prove per l'uscita dalla scuola inquadrati e coperti. Ma soprattutto per il saggio finale dell'anno scolastico, che si svolgeva nell'immenso salone delle cerimonie al cospetto degli emozionatissimi genitori, - sotto il vigile controllo del direttore, il quale esigeva che il saggio terminasse alle note di, fratelli d'Italia con un "Sì finale che doveva far tremare la scuola. Il bidello della scuola, notoriamente amante dell'ordine e della disciplina, quando svolgeva la delicata funzione del caricamento dei calamai, giustamente incastrati negli appositi ti buchi dei banchi scolastici, era di una precisione estrema. Con l'ampolla dotata di beccuccio ricurvo ed allungato, caricava i calamai tutti con la stessa quantità, mai versando una goccia d'inchiostro nel banco. Quando entrava nella nostra classe in quella insolita ora di matematica, sbiancava in volto, e quella sua precisione si perdeva in un generale tremore degno di un alcolista all'ultimo stadio. Preferiva infatti svolgere l'operazione del caricamento, dopo aver sfogato il proprio disappunto con il direttore, il quale richiamava (secondo noi bambini ingiustamente) il povero maestro a maggior ordine e disciplina.