Comune di Urbino

Assessorato alla Cultura

Associazione Pro Urbino

Con il patricinio di:

Regione Marche

Provincia di Pesaro e Urbino

Università degli Studi di Urbino

E.R.S.U. di Urbino

Mostra a cura di:

Associazione Pro Urbino

ESPONE

in  Urbino

Palazzo Collegio Raffaello

 P.zza della Repubblica, 1

 

27 sett - 31 ott. 2003

 

Inaugurazione

sabato 27 settembre - ore 18

Interventi:

Massimo Galuzzi

 Sindaco del Comune di Urbino

Augusto Calzini

Associazione Pro Urbino

Silvia Cuppini

Docente di Storia dell'Arte contemporanea

Università degli Studi "Carlo Bo" di Urbino

Walter Raffaelli     Editore

"alla fine della Montelabbatese, all'ingresso di Pesaro, il semaforo è arancio poi rosso. Nell'attesa l'occhio gira intorno: sul verde del prato recente la mezza ruota blu di Leonardo Nobili.

Ad una osservazione più attenta la semiruota si torce, i vetri degli oblò sono sul punto di frantumarsi. E scattato il verde, la macchina riprende la strada".

                                                         Silvia Cuppini

 

Viaggio nella memoria

Leonardo Nobili

(Montelabbate, 2003)

 

Paesaggio del Montefeltro - 1975 - olio su tela -

50 x 60 cm

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Abitavo a Farneto, un paesino nell'entroterra pesarese. Di notte aveva un aspetto cupo e tenebroso per i suoi vicoli stretti. C'era un detto in proposito: "chi vuol vedere le pene dell'inferno, vada al Farneto d'inverno !"

Ero un ragazzo piuttosto ribelle, sentivo l'esigenza di scoprire me stesso, di scoprire e di fare qualcosa. ...

... I soggetti più frequenti dei miei quadri erano paesaggi, che divennero sempre più surreali e più ostili, avvolti dal freddo silenzio denso di paure, di angosce e distruzione, in cui inserivo figure, nudi, oggetti reali richiamando un mondo lontano fatto di ombre, non a caso guardavo con interesse i paesaggi surreali di Max Ernst e di Andrè Breton.

...

Francesca - 1981 - litografia

50 x 70 cm

...  alla fine degli anni sessanta dipingevo ad olio su cavalletto paesaggi, nature morte, ritratti, cercando di rendere più plastiche le forme, cercando di trasformare la realtà per rendere forte il suo aspetto più misterioso, più surreale. Lo scopo era quello di ottenere l'illusione della realtà: non tanto di dipingere le nature morte come Caravaggio o i ritratti alla Sciltian, ma di misurarmi con me stesso e con le mie capacità, di dimostrare di saper disegnare, di saper usare le mani, esperienze che oggi ritrovo.

...

Frantumazione - 1984 - olio su tela - 70 x 90 cm

... Agli inizi degli anni '80, poi, incominciai a seguire sentieri diversi, guardando con maggiore attenzione gli oggetti: cominciai allora a dipingere vetri frantumati, rottami delle macchine pronte alla demolizione, e già l'attenzione si spostò qui anche ai muri e ai graffiti delle città.

Contorsione - 1987 - olio su tela -

50 x 70 cm

... Diventava quasi una pittura iperrealistica, mantenendo quindi quella attenzione iniziale al realismo, che in seguito, però, incominciai ad eliminare, diventando sempre meno descrittivo e più sintetico, davo sempre maggior spazio a zone di astrazione e di colore, tra le quali riemergeva il paesaggio intravisto tra le lamiere luccicanti e corpi di donna. Lavoravo intensamente, cercando di dare forma al movimento e al paesaggio, che perciò non era più troppo naturalistico, ma maggiormente interpretato. ...

Senza titolo - 1991 - tecnica mista

130 x 227 cm

Sempre più sentivo l'esigenza di sperimentare i materiali e di cercare negli oggetti più comuni ed insignificanti il modo di trasfigurare la banalità quotidiana in un linguaggio poetico. ... Progressivamente ho abbandonato la mia prima figurazione per muovermi verso nuove forme e contenuti. Il punto di partenza era sempre la realtà, soprattutto gli oggetti e la loro atmosfera, la loro storia, ma attraverso una continua sintesi ho abbandonato il riferimento al reale e ho scelto un processo di trasformazione che mi ha portato all'astrazione....

... Ritrovavo la materia di Burri, i suoi tagli, i suoi colori ...

Faro dell'anima -
2001

ferro acciaio vetro

30 x 335 x 600 cm

... trovare nuove soluzioni formali e un nuovo modo di interagire con l'energia della realtà e degli oggetti che mi circondano; sentivo nella nostra terra la materia con la sua opacità ...

... Il mio obiettivo più ambito è quello di catturare e trasferire nell'opera l'energia che circola intorno a noi, per poi trasmetterla al fruitore, procurandogli una scintilla di emozione.

Bruno Ceci
(Urbino, 1986)
 

Etichettare il lavoro di Nobili equivale a volerlo appiattire in una problematica operazione riduttiva, castigandolo in una epidermica visione unilaterale che non tiene affatto conto di quelle qualità riposte, delle sottigliezze, spesso sfuggenti ad una prima ricognizione, ma che ad una lettura più attenta si lasciano individuare nella polisemia del messaggio pittorico. Gli esordi muovono dall'assunzione nel contesto del dipinto di immagini correnti, per la precisione carcasse di auto, affastellate in un apparente disordine, dove richiami di ordine sociologico, più legati ad un'esperienza marcatamente quantitativa, si fondono a rimandi di ordine psicologico; oggetti usurati, consumati, distrutti sono ancora in grado, al di là della loro funzione, di intessere un dialogo, veicolando risonanze cariche di presenza umana.

A poco a poco l'interesse dell'artista diverge dal polo della rappresentazione a quello della superficie pittorica; se ne ravvisano i passaggi nel momento in cui l'occhio inizia a selezionare le varie immagini appuntando maggiormente la sua attenzione sulle qualità visuali dell'oggetto.

La via per un primato della pittura si apre e con essa si avviano possibilità impensate, in quanto ora l'artista può dare libero impulso alla propria creati- vità. Prende consistenza una chiara tendenza extra-pittorica, privilegiando i valori della mano e della stesura cromatica.

La situazione nuova che si è venuta a creare, tende sempre più a filtrare e raffreddare l'emozione, mentre dall'altra spinge verso il recupero totale dei valori della pittura; le "cose" vengono ora sottoposte ad un processo di manipolazione ed interpretazione, che le trasfigura in puri elementi d'immagine. La composizione manifesta pertanto una costruzione spaziale più severa, fissandosi in spartizioni di forme e colori.

A questo punto l'artista può mettere in campo tutto il peso della sua sensibilità e procedere per scarti fantastici, connotantesi in zone di forte tensione, dove il gioco della balance cromatica sortisce effetti sorprendenti, mentre il panorama di forme compenetrate non risulta mai gratuito, dato il prevalere di una logica compositiva ben precisa.

Nelle composizioni in cui lo spazio pittorico risulta maggiormente compresso, Nobili alterna colori caldi a colori freddi per spezzare ritmi alquanto serrati e creare zone di riposo, che in alcuni casi recedono in invenzioni di paesaggio, graduate in sottilissimi passaggi tonali.