MOZART  compie 250 anni

 

“Oh! Caro Mozart! Come va? Vedo che sta bene! Buon compleanno! Quanti ne compie? Come? 250 anni, dice? Ma no, Lei non è affatto invecchiato! Si mantiene giovane e fresco come le sue musiche!”

E a proposito di musiche, grande concerto è stato quello del 27 gennaio scorso a Pesaro, al Teatro Rossini, eseguito per festeggiare degnamente il 250° anniversario della nascita del grande compositore e reso possibile grazie all’Ente Concerti di Pesaro, con il patrocinio del Comune di Pesaro, della Direzione Generale dello Spettacolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, della Banca delle Marche e in collaborazione con la Fondazione “G. Rossini”.

La serata, che si è distinta per la insolita durata (ben tre ore di pura musica, esclusi gli intervalli!), ha avuto inizio alle 19 ed era suddivisa in tre parti. Nella prima ha suonato l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta e accompagnata dal pianista di Singapore Melvyn Tan. La seconda parte era dominata dal concerto dei Wiener Philarmoniker diretti dall’ottimo M° Riccardo Muti. Ha concluso la serata, nella terza parte, l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, diretta dal M° Paolo Ponziano Ciardi, accompagnata dal Coro Santa Maria di Loreto, diretto dal M° Simone Baiocchi.

L’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha eseguito, nell’ordine, i due Concerti per Pianoforte e Orchestra K467 (in do maggiore) e K466 (in re minore). Il pianista si è distinto per una particolarità. Le sue piccole mani esaltavano il ruolo della melodia utilizzando la tecnica dello staccato, soprattutto nel secondo movimento, valorizzando, in una, il dialogo con i violini che pizzicavano le corde. Il primo concerto ha evidenziato la freschezza compositiva del genio e ogni nota suonata dal pianoforte, piena, rotonda e scoccante, era una piccola perla incastonata nella splendida cornice orchestrale, che contava 45 elementi.

Caratteristica del Maestro pianista era anche la simpatia che trasfondeva nel pubblico, un vero valore aggiunto al carattere brioso delle opere mozartiane, sia pur alternato a momenti lirici molto intensi, languidi e peccaminosi, quasi ad evidenziare il carattere manieristico del piacere di godersi la bella vita. Mozart è preciso e prevedibile. Si sa che da un punto di partenza, si aspettano delle evoluzioni tematiche e ritmiche, delle conclusioni e delle cadenze di ampio respiro. Mozart è regolare come un orologio svizzero e trasmette adrenalina nella sfera psicologica di chi lo ascolta.

Il severo pubblico pesarese, attento e per nulla propenso a sconti, ha apprezzato l’interpretazione e ha pagato con calorosi e lunghi applausi.

Alle 20 15 è iniziato, puntualissimo, il collegamento in mondovisione via satellite con la ORF2, la seconda rete della Radio Televisione Austriaca, che ha trasmesso la serata di gala con i Wiener Philarmoniker diretti dal M° Riccardo Muti. In scaletta sono stati eseguiti brani strumentali e lirici tratti dalle opere più importanti del compositore: la Sinfonia Haffner; il mottetto Exultate, Jubilate (cantato dalla bellissima soprano Cecilia Bartoli); un’aria e un recitativo da Le Nozze di Figaro (cantati dal tenore Thomas Hampson); Là ci darem la mano dal Don Giovanni (cantato da entrambi) e un brano de Il Flauto Magico.

Inutile spendere parole, perché il M° Muti non ha bisogno di commenti, se non per puntualizzare la sua innata caratteristica di attaccare subito con la musica appena arrivato e la sua predilezione per la precisione ritimica senza “sbavature” e “fronzoli” romanticheggianti.

Al termine del concerto, alle 21 15 la serata è proseguita con un ampio buffet alla Sala della Repubblica, dove il pubblico ha potuto assaporare le note dolci e salate dei bocconcini, sotto lo sguardo vigile e benevolo di Rossini, che troneggiava in un quadro dall’alto della parete.

La terza parte della serata ci ha riportati a Pesaro, con l’Orchestra Sinfonica, che ha esordito con la Sinfonia dei giocattoli in do maggiore di Leopold Mozart, il padre del genio. Leopold e Wolfgang hanno apparentemente poco in comune e le differenze si notano non tanto nella semplicità e genuinità dell’impianto compositivo del capostipite, quanto nella circostanza che Leopold era ancora legato agli stili compositivi dell’epoca barocca coeva a Bach e Haydn. Inoltre, il genere musicale scelto per l’occasione è incompatibile con i brani mozartiani, perché si tratta di musica descrittiva di vivaldiana memoria, che esprime attraverso le note le sensazioni uditive e quelle della fantasia.

Con la Serenata per archi in sol maggiore K525 Eine kleine Nachtmusik si entra nel vivo del concerto. Mozart dà il meglio di sé, con le sue melodie manierate, gradevoli all’ascolto e di immediata percezione, in tutti e quattro i tempi. L’opera non è romantica e anche la Romanza e il Minuetto non si concedono a effusioni. Tuttavia, essa esprime una sua carica emotiva e un lirismo appassionato, denso, caldo, riflessivo, tali da effondere questo sentimento verso il pubblico. La Serenata è fresca, duttile, estremamente funzionale e rigorosa nello stesso tempo. Tutte caratteristiche che l’Orchestra Sinfonica ha reso degnamente, senza nulla togliere all’ovviamente imparagonabile esecuzione dei Wiener del M° Muti.

Ha concluso la serata l’Ave Verum Corpus per coro misto K618, con cui il Direttore d’Orchestra ha voluto accoppiare sapientemente la ricorrenza mozartiana con la Giornata della Memoria.

Il pubblico ha applaudito calorosamente alla fine del concerto, meritandosi il bis del brano corale. La serata, ormai, rientrerà per sempre nel libro dei ricordi felici e le musiche hanno avuto anche la capacità terapeutica di smaltire, nonostante la lunghezza del programma, tutta la stanchezza dell’intensa giornata lavorativa. “Caro Mozart, ancora buon compleanno e grazie ancora per averci dato bellissime composizioni. L’aspettiamo alla prossima occasione!”

 

FRANCESCO VENDITTI