HOME:
Urbinati indimenticabili

NANDO UGOCCIONI

 

IL PERSONAGGIO RACCONTAVA AGLI STUDENTI LA SUA PRIGIONIA
PUBBLICO SOTTO SHOCK

Muore mentre ricorda il lager: così l'addio di Nando Ugoccioni

di LARA OTTAVIANI su Il Resto del Carlino, Sabato 29 Gennaio 2011

 

E' SCOMPARSO in modo scioccante, dopo aver parlato a tanti studenti della sua terribile esperienza di deportazione in Germania, Nando Ugoccioni, urbinate noto a tutti per la sua devozione e passione per lo sport cittadino, dal calcio alla pallavolo. Ugoccioni, 87enne ex dipendente comunale, ieri sera era l'ospite d'onore di una serata per il "Giorno della Memoria", organizzata al Collegio Tridente dalle associazioni studentesche Pantarei e FuoriKorso Urbino, e ne era orgoglioso: dopo la proiezione di alcuni video e la lettura di poesie, Ugoccioni, intervistato da una studentessa, aveva raccontato dettagliatamente la sua traumatica esperienza di deportato nei campi di concentramento nazisti, come un fiume in piena, colmo di trasporto.

 

RECENTEMENTE aveva ricevuto il Premio dalla Provincia di Pesaro e Urbino come Apifarfalla, ma anche, attraverso il Prefetto, la medaglia d'onore del Presidente della Repubblica per i cittadini e militari combattenti nella seconda Guerra mondiale deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto: «Aveva messo la medaglia per il Giorno della memoria e me la mostrava con grande orgoglio», aggiunge Sacchi.

UNA VITA PER LO SPORT
L'87enne urbinate ha dedicato decenni della sua vita a Robur Tiboni e Urbino calcio

Ugoccioni poco prima di morire, al termine del suo discorso

 

AL TERMINE della testimonianza, attorno alle 23, Ugoccioni si è sentito male e ha lanciato un grido di dolore, presumibilmente per un aneurisma dell'arteria iliaca. Davanti agli studenti atterriti, è intervenuta Maria Clara Muci assessore di Urbino che assieme ad una ragazza ha tentato la rianimazione, attraverso il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, ma senza esiti positivi. Di lì a poco sono arrivati i medici del 118 che hanno dovuto constatare il decesso e l'impresa funebre per il trasporto della salma alla camera mortuaria dell'ospedale.  Ugoccioni, nel 2000, aveva avuto un aneurisma all'aorta ed era stato operato; doveva ripetere l'intervento a breve, tanto che l'altro ieri mattina era andato a fare dei controlli, ma non ha fatto in tempo a prevenire questa fatale malattia. Sono stati momenti sconvolgenti per i tanti presenti, con i ragazzi dell'organizzazione che non potevano darsi pace per la tragedia in corso.  Il racconto di Ugoccioni aveva commosso tutti: nel 1942, era militare a Bologna nel Genio Ferrovieri quando fu catturato dalle milizie naziste e caricato, come migliaia di altri giovani, in un vagone alla stazione di San Donato e spedito nel campo di Stettino, allora in Germania.
Vista la sua esperienza professionale in acciaieria era stato impiegato in campi di lavoro per i tre lunghi anni della sua prigionia. Era tornato nell'aprile del 1945, ma mai, neppure per un giorno, aveva dimenticato le atrocità cui i nazisti avevano sottoposto lui e i suoi compagni: tante volte aveva raccontato le sofferenze, la fame, i patimenti, ma anche la mancanza di comunicazione con il mondo cui i prigionieri venivano destinati; i mitra spianati, le minacce, le vessazioni e, nel cuore, l'immancabile speranza, di poter essere un giorno liberati.

 

ANCHE L'ALTRO IERI sera, Nando Ugoccioni aveva ricordato che i tedeschi volevano spegnere queste speranze e anche se le voci di una vicina liberazione dei deportati si stavano facendo più forti, i nazisti continuavano ad assicurare che sarebbero stati loro a vincere la guerra: questo crudele ricordo è stato lo spunto, l'altro ieri sera, per rammentare ai ragazzi presenti di non fidarsi mai delle propagande, di qualunque colore esse siano, di continuare sempre a ragionare con le proprie teste, essere persone autonome e forti, anche nei peggiori momenti. Tornato dalla prigionia, Ugoccioni era diventato dipendente al Comune di Urbino e per una vita era rimasto all'Ufficio anagrafe: dopo la pensione si era dedicato con indefessa passione allo sport, prima come segretario dell'Urbino Calcio e poi, dal 1990, dopo il cambio di dirigenza alla Robur Tiboni Volley, la cui presidenza era stata assunta dal genero Giancarlo Sacchi, come economo della società. Ad 87 anni, Ugoccioni era ancora l'unico ad occuparsi di tutti i rapporti con i fornitori, con le banche, con le giocatrici, con le Forze dell'Ordine, contraddistinto sempre da precisione e rigore ineguagliabili.

ANCHE SABATO scorso, alla partita della Chateau d'Ax Urbino Volley, per il campionato di serie A1, era al Palazzetto dello sport di Urbino, come in tante altre occasioni in cui tutti lo vedevano darsi da fare, vendere i biglietti, sollecitare gli urbinati a venire alle partite e sostenere con il cuore la squadra. Il cuore Nando Ugoccioni lo aveva messo in tutto quello che aveva fatto nella sua vita: dagli anni '70 era stato anche segretario della Cooperativa Villaggio dell'Amicizia che aveva contribuito alla ripresa dell'attività edilizia ad Urbino; aveva visto le prime abitazioni nascere nella frazione di Trasanni e nel nuovissimo quartiere della Piantata. Nonostante la sua indubbia voglia di lavorare per la città, Ugoccioni non era mai sceso in politica in prima persona: nei suoi racconti della prigionia in Germania, proprio ieri sera, aveva spiegato che quando i tedeschi avevano offerto la possibilità di libertà in cambio dell'allineamento al nazismo, Ugoccioni aveva preferito la prigionia pur di mantenere fede al suo rigore morale e non avvallare con il minimo comportamento ambiguo il germe razzista. «Era un uomo di grandissimi principi morali, onestà intellettuale, di una moralità mai vista — così descrive la figura dell'urbinate il genero Giancarlo Sacchi presidente della Robur Tiboni —: ho condiviso con lui tante cose, tante iniziative e conoscevo bene l'uomo non solo il suocero. Era determinato, battagliero, preciso. Era fiero adesso della squadra in serie A, la sua passione: l'unico rammarico in questo periodo era non poter andare in trasferta, ma non mancava mai alle partite in casa, andava agli allenamenti. Le ragazze della Chateau, attraverso il capitano, mi hanno inviato un messaggio, ricordandolo come una persona corretta, educata, attenta nella sua indiscutibile professionalità e mi hanno assicurato che faranno di tutto, a Castellanza, per onorare la sua memoria».

 

NANDO Ugoccioni ha lasciato la moglie Annunziata, le figlie Serenella e Rita, i generi, 5 nipoti, 2 pronipoti e altri due in arrivo. I funerali si svolgeranno oggi alle 14,30, con partenza dall'Ospedale di Urbino e messa nella chiesa della santissima Annunziata.

 

 

 

Nando con i suoi amici del «Ragno d'Oro»:
Giovanni Piergiovanni e Luigi Lelli.

Ugoccioni al «Ragno d'Oro» appena fondato

 

 HOME:
Urbinati indimenticabili

NANDO UGOCCIONI