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Giorgio Corbucci
Petta l'oss

 

Racconta:  Giorgio Corbucci

figlio di Ferriero

 

 

Il poeta Gianni Rodari nella sua versione de “la cicala e la formica” scrive così:    

“Chiedo scusa alla favola antica,

se non mi piace l’avara formica.

Io sto dalla parte  della cicala

che il più bel canto non vende, regala”.    

 

A Ca’ Mazzasette le cicale, come ovunque, cantavano gratis, ma solo d’estate. Invece i cani erano molto più bravi, e abbaiavano gratis tutto l’anno, specialmente di notte.

Magari fosse vero che i cani abbaiano alla luna!

Si potrebbe dormire in pace tutte le notti senza luna e quando è nuvoloso. Invece no, specialmente nel periodo della caccia, e soprattutto di sabato e domenica quando si desidera assolutamente riposare in pace, i cani possono abbaiare gratuitamente anche tutta la notte. E ce n’erano tanti perchè tanti erano i cacciatori. Pensate che a Schieti, dove c’erano ancor più cacciatori che a Ca’ Mazzasette, si diceva che ci fossero più cani che abitanti!

El Maresciall, che cacciatore non era, non aveva cani, ma veniva comunque beneficiato dai cani dei vicini. Pensate poi che si vantava di avere un udito così fine che dalla sua camera poteva “sentir camminare un gatto sulla strada!”

Una mattina d’autunno, dopo l’ennesima notte di concerto canino, el Maresciall era davanti a casa sua e si apprestava a partire in motorino. Franco gli chiese: zio dove vai?

 

Mario:    Franchin,  vaggh a Urbin tel comun.

Franco:   A sa fé?

Mario:   Vaggh a ordinè 'na muta de chén che baine d’giorne, perchè per la nott sen già a post

 

I cani abbaiano alla luna