◄   HOME PRESEPI 2005

Le vie  dei  presepi  2005 - 2006

 

INTERVISTA A FRANCESCO VENDITTI SULLA MANIFESTAZIONE

“LE VIE DEI PRESEPI” IN CORSO AD URBINO

“CALLE DEGLI ORTI GRANDI - IL QUOTIDIANO DEL MATTINO”

MARTEDI’ 13 DICEMBRE 2005, ORE 10 10

 

Cari amici, siete su Radio Capodistria. Riprende “Calle degli Orti Grandi”, il quotidiano del mattino. Abbiamo in linea Francesco Venditti, che ogni domenica ci presenta la sua “Cartolina dalle Marche” negli spazi di “Musica per Voi”. Oggi, in particolare, ci parlerà di Urbino, splendida città ducale, dove è in corso una manifestazione di carattere internazionale, dal titolo “Le Vie dei Presepi”. Buongiorno, Francesco!

 

Buongiorno!

 

Come va?

 

Bene, grazie!

 

Allora, Francesco. Ci presenti questa rassegna di presepi?

 

Sì. La rassegna “Le Vie dei Presepi” è una esposizione di presepi creati da artisti urbinati, da quelli del circondario, delle regioni italiane, soprattutto Puglia e Campania, e da quelli di tutto il mondo e ha luogo principalmente in Urbino. Essa è organizzata dalla Pro Urbino e dalla Confcommercio di Pesaro e Urbino, in collaborazione con l’Associazione Urbino Arte e con il patrocinio di Enti Pubblici e Privati. Forte dei successi degli anni precedenti, la manifestazione giunge alla sua quarta edizione. E’ una rassegna giovane, ma già dimostra di essere perfettamente radicata nel territorio e riscuote costantemente un successo di pubblico e di critica, che supera i confini regionali e nazionali. Solo l’anno scorso sono stati accertati 40000 visitatori. Ovviamente la cifra è calcolata per difetto, perché non tiene conto delle persone che sono ritornate più volte e di quelle che hanno visitato senza firmare i registri.

 

Ma in che cosa consiste la manifestazione? A che cosa è finalizzata?

 

Dunque, la manifestazione, che si è inaugurata il 10 dicembre e che si svolgerà fino all’8 di gennaio, salvo proroghe, ha la finalità, per quello che riguarda gli urbinati, di far riscoprire, attraverso la socializzazione, un’antica tradizione qual è quella dei presepi, attraverso l’arte, la tecnica, la meccanica e la religiosità di cui essa è portatrice. Il tutto nel segno della continuità e dell’evoluzione, poiché l’odierna rassegna affonda le radici nella consuetudine di esporre spontaneamente, per il periodo natalizio, nelle varie Chiese, le cosiddette Sette meraviglie del mondo, ovvero presepi artistici fatti da maestranze locali. Invece, dal punto di vista turistico, Le vie dei Presepi costituiscono un chiaro segnale di rilancio della città di Urbino e di tutto il territorio feltresco, con la finalità di coinvolgere emotivamente il visitatore e di indurlo a soggiornare più a lungo in Urbino. Questo per dire che la città non è solo il Palazzo Ducale e la Casa di Raffaello, come sempre ho detto nella “Cartolina dalle Marche”.

 

Scendiamo nei particolari. Il turista che decide di passare questi giorni a Urbino cosa trova? Come si organizza?

 

Ecco, questa è una domanda molto importante, perché il turista che decide, in questi giorni, di venire a Urbino, deve procedere con la massima serenità e tranquillità, perché la rassegna dei presepi è articolata in percorsi differenti e richiede una predisposizione di tempo e spirituale. In sostanza, va visitata con calma e in maniera pensata e ordinata. Nei punti strategici della città è possibile prendere il pieghevole contenente una piantina di Urbino con l’indicazione dei luoghi dove sono allestiti i presepi. Lasciamo al visitatore la libertà di scelta dei percorsi. L’importante è che guardi bene la cartina per non trovarsi a girare di colpo da un capo all’altro del centro storico, considerando che ci sono anche salite e discese da fare.

 

Salite e discese a parte, che sono, poi, la caratteristica e il bello di Urbino, dove sono i luoghi di esposizione?

 

I luoghi di esposizione sono numerosi e sono posti in diversi punti della città, facilmente riconoscibili grazie ad apposite torrette segnaletiche. Naturalmente le Chiese principali: San Francesco e le annesse Biblioteca e Cappella Albàni (sono nello stesso edificio che ospita il Convento dei frati-, San Sergio, San Francesco di Paola, Sant’Anna (la Chiesina che sta attaccata a Porta Lavàgine- e Sant’Andrea Avellino (preciso che queste ultime due Chiese sono solitamente chiuse al pubblico-. Poi altri presepi stanno al Duomo e al Convento delle Suore di Santa Caterina, lato Pincio, quindi dietro l’edificio, in Via Salvalài. Ecco, voglio precisare che la rassegna trova il suo perno e il suo simbolo nell’Oratorio di San Giuseppe, che si trova nella rinascimentale Via Barocci, perché al suo interno, oltre alla sacrestia e alla Chiesa di stampo tipicamente barocco, nella terza stanza, quella di destra, c’è la cappellina con il presepe di stucco, famoso in tutto il mondo, dello scultore cinquecentesco Federico Brandàni, che si presenta come se fosse stato scolpito nella roccia. Per tutto il periodo della rassegna, l’Oratorio è visitabile gratuitamente. Non solo, ma (e questo lo sanno forse in pochi- davanti a questo presepe, il giorno di Natale, la mattina verrà celebrata anche la Santa Messa. Infatti, in questo piccolo Oratorio, gestito dalla Confraternita di San Giuseppe, San Giovanni e Sant’Andrea Avellino, si celebrano Sante Messe solo in due giorni dell’anno, a San Giuseppe e a Natale.

 

E’ tutto?

 

Eh!!!! Questa è solo una parte!!

 

Ma dai!

 

Sì, perché sono esposti oltre 100 presepi sia di artisti urbinati e locali, di cui si intende valorizzarne la creatività, sia quelli di collezioni private e provenienti da diverse parti del mondo, dalla Palestina cristiana, dall’Equador, Colombia, Madagascar, Kenia, Messico, Polonia, Bolivia, Thailandia. Quindi, ripeto, il turista deve sempre fare riferimento alla cartina contenuta nel pieghevole, perché i luoghi di esposizione sono diversi e comprendono anche negozi, Enti pubblici, edifici e angoli caratteristici del centro, come, per esempio, il Cortile del Collegio Raffaello, l’Orto Botanico, la Fontana del Leone, detta anche della Barberina, una delle traverse di Via dei Rivolti. Questo, poi, riguarda solo il centro storico! Infatti, i presepi sono esposti anche fuori le mura e nel territorio circostante. Per non parlare anche di altri Comuni che hanno aderito all’iniziativa; ma atteniamoci solo al centro storico di Urbino.

 

Perché? C’è qualche presepe che vuoi segnalare in particolare?

 

Sì. In particolare quelli realizzati e restaurati da artisti di Urbino, brava gente simpatica piena di inventiva e creatività spontanea. Mi viene in mente il presepe di Pippi Balsamini in bronzo, argento e rame. L’anno scorso, lavorando direttamente nella Cattedrale, era riuscito a creare San Giuseppe, la Madonna, Gesù Bambino e due colonne, il tutto sorretto da due birocci. Un’altra opera d’arte è quella di Luciano Biagiotti, alta 4 metri, che raffigura un’Urbino scomposta e ricomposta in maniera originale e fantasiosa. Nella Biblioteca di San Francesco trova posto il bellissimo presepe ottocentesco illuminato, meccanizzato e ambientato nella Roma papalina, donato alla città di Urbino dall’armatore fanese Montanari e restaurato da Luciano Biagiotti. Da ricordare le creazioni in ferro battuto di Fulvio Santini detto “Fuffi” ma vorrei soffermarmi su un presepio davvero unico nel suo genere a livello mondiale!

 

Davvero? Di che cosa si tratta?

 

Si tratta dei due presepi del Convento delle Suore di Santa Caterina, quelle di Clausura, esposti nella parte posteriore dell’edificio, in cima al Pincio. Il primo è del ‘700 e proviene dalla scuola del Brandani. L’altro, e questa è l’opera incredibile, è un presepe-reliquiario fatto con ossa umane e ampolle di sangue portanti i sigilli in ceralacca. Esso è lungo 1 metro, alto 50 cm e largo altrettanto. Si sa, il Convento delle Monache di Clausura ha sempre stimolato l’immaginario collettivo urbinate, dato il carattere riservato e claustrale dell’Ordine religioso e dell’edificio che le ospita. Infatti, non sappiamo, fino a nuova testimonianza, da dove arrivano precisamente quelle ossa e quelle ampolle, anche se la vox populi afferma che le ossa siano dei Santi. Diciamo che l’opera era il dono (come atto di fede- di un benefattore e che il Presepe era stato custodito all’insaputa di molti.

 

Mmm...c’è del misterioso qui...

 

Già. Misterioso su cui è anche difficile indagare, come tutti i misteri.

 

Direi che per il momento ci atteniamo a un altro tipo di mistero, no?

 

Già, il Mistero della Luce fatta Uomo, della nascita di Gesù Bambino.

 

Va bene! Hai detto proprio tutto?

 

Proprio tutto no, perché ci sono anche altre iniziative collaterali, come i due concerti di musica classica che si terranno i giorni 17 dicembre e 8 gennaio alla Chiesa di San Francesco di Paola, alle 17 30, nonché un’importante mostra dal titolo Il Presepe e la Natività negli ex-libris, allestita nel Salone Raffaello, in Piazza della Repubblica, di cui ricordo che, oltre alle opere di artisti locali, un settore di questa è dedicato all’artista di ex-libris Maestro Bruno da Osimo, vissuto tra il 1888 e il 1962. Di iniziative collaterali ce ne sono tantissime e il ridotto spazio dell’intervista non consente di citarle tutte. Mi scuso con gli interessati se qualche cosa sia sfuggita. Però voglio chiudere in bellezza citando l’esposizione, al Palazzo Ducale, del bellissimo quadro La Madonna della Gatta di Federico Barocci. Questo quadro. che si riteneva perduto a causa di un incendio scoppiato nel 1762 alla Galleria degli Uffizi di Firenze, è stato oggetto di un delicato intervento di restauro che lo ha riportato alla luce. La mostra è importante, perché è la prima sul Barocci in Urbino, in attesa di una monografica, prevista nel 2008. La mostra sarà aperta fino al 7 marzo 2006 e si inserisce nell’ambito delle iniziative volte a riportare quadri nella città dell’arte per eccellenza, dove videro i natali e operarono illustri artisti di fama mondiale. Ricordo anche che è notizia di questi giorni che la città di Urbino, insieme all’On. e critico d’arte Vittorio Sgarbi, stanno lavorando non solo per una rimpatriata di quadri di Raffaello, ma anche per il ritorno perpetuo della Pala di Brera, che una volta era custodita nel Mausoleo dei Duchi di Urbino, ma che ora si trova a Milano, trafugata nel 1811 dai soldati di Napoleone Bonaparte.

 

Caro Francesco, mi pare che tu sia stato completo nella presentazione degli eventi di Urbino. Vogliamo concludere con indicazioni per i turisti?

 

Sì. Innanzitutto le informazioni complete sulla rassegna dei presepi, sui nomi e sui luoghi, sono reperibili nel sito della Cartolina dalle Marche www.prourbino.it/cartolina.htm . Le iniziative collaterali sono leggibili in formato .pdf nel sito www.comune.urbino.ps.it . Ovviamente raccomandiamo di tenere ben presenti gli orari, perché i presepi sono aperti tutti i giorni dalle 10 alle 12 30 e dalle 15 alle 19. Urbino è facilmente raggiungibile. Per chi viene da Nord può uscire al casello autostradale di Pesaro. Per chi viene da Sud può uscire da Fano per poi proseguire con la superstrada Fano-Grosseto. Infine, per chi viene da Roma può prendere la Flaminia oppure la Tiberina fino a Umbèrtide, per poi passare per Gubbio e riprendere la Flaminia a Pontericciòli. La fermata del treno è a Pesaro ed è possibile anche prendere le corriere. Nella città di Urbino ci sono anche alberghi e agriturismi la cui banca dati è presente nel sito www.urbinoculturaturismo.it , nella sezione “Accoglienza”.

 

Vuoi salutare qualcuno in particolare?

 

Sì, certamente. Innanzitutto i miei genitori e la Nonna Lina. Poi i miei parenti lontani di Ramiseto e Torino. Naturalmente un caloroso saluto va a tutti gli altri parenti, agli amici di Urbino, al webmaster della Cartolina e agli amici di Celenza Valfortore, in provincia di Foggia.

 

Che bella famiglia numerosa! Intanto, grazie, Francesco, per la persentazione de “Le Vie dei Presepi” di Urbino. Noi ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla tua prossima “Cartolina dalle Marche”. Ciao, Francesco.

 

Grazie a te. Ciao, Daniela. Buon Natale a tutti voi della Redazione e a tutti gli ascoltatori e ascoltatrici di Radio Capodistria!

 

 

 

Intervista realizzata in diretta da Urbino tramite collegamento telefonico da Capodistria. Testo dell’intervista redatto da

 

FRANCESCO VENDITTI